Varese: in arrivo altri 7 Infermieri Sud Americani

Qualche mese fa l’ASST Sette Laghi di Varese aveva assunto i primi infermieri sudamericani per cercare, almeno in parte, di sopperire alla carenza di infermieri nelle strutture pubbliche del varesino, carenza che ormai è divenuta quasi insanabile in tutta Italia.

Nei giorni scorsi lo stesso assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso, aveva dichiarato di aver in programma un viaggio per chiudere ulteriori accordi per importare altri infermieri sudamericani proprio in Lombardia.

Il Direttore Generale di ASST Sette Laghi, Giuseppe Micale, in un’intervista pubblicata su Malpensa24, ha affermato, soddisfatto: “L’esperienza con il primo gruppo di infermieri sudamericani ha dato buoni risultati ad eccezione di un paio di situazioni un po’ critiche, gli infermieri hanno dimostrato non solo un livello di competenze sovrapponibili a quella dei colleghi italiani, ma anche grande spirito di adattamento e senso di responsabilità.

Tengo a ringraziare i colleghi che li hanno accolti e quelli che li hanno aiutati a perfezionare la loro formazione in Italia: non era scontato riscontrare questa collaborazione e questo clima di fiducia. I nostri professionisti hanno capito che stiamo cercando di superare questa fase difficile per la sanità, che stiamo dando il massimo per assumere rinforzi e che questa iniziativa è una via ulteriore per reclutarli, sempre con attenzione alla sicurezza e alle competenze”.

Dai colloqui svolti nei giorni scorsi, sono risultati idonei altri 7 candidati: 3 donne e 4 uomini tutti provenienti dal Paraguay. Sono in possesso di una qualifica professionale conseguita all’estero che, ai sensi della normativa vigente, permette di esercitare, in via temporanea, la professione infermieristica in Italia fino a tutto il 2025.

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.