E’ accaduto il 1° Giugno scorso quando un’infermiera di 40 anni, in servizio presso la seconda caserma del carcere Lorusso e Cutugno di Torino, avrebbe tentato il gesto estremo per cause ancora da accertare.
La donna, al termine del turno lavorativo, si sarebbe ripresentata all’ingresso, affermando di essersi scordata il cellulare nello spogliatoio. Il personale l’avrebbe fatta entrare ma non vedendola ritornare dopo 15 minuti abbondanti avrebbe deciso di andare a controllare se fosse tutto nella norma.
A quel punto, non trovandola negli spogliatoi, due agenti della polizia penitenziaria sarebbero andati a controllare fino al 7° piano e, non trovandola, sarebbero saliti all’8° piano. L’infermiera era già con una gamba oltre la finestra. Con un balzo sono riusciti a ad afferrarla, evitando il peggio. Sul tavolo il cellulare, le chiavi e un biglietto con la scritta “Lasciatemi stare”.
Il segretario del sindacato OSAPP ha dichiarato al quotidiano online “La Stampa”: “Sui motivi che hanno spinto l’infermiera a tentare di farla finita non vogliamo entrare, ma sta di fatto che per l’ennesima volta il carcere di Torino ha rischiato di diventare lo scenario di una tragedia irreparabile. Che solo grazie all’intuito e alla prontezza di riflessi dei colleghi non si è consumata. Questo episodio, per l’ennesima volta, dimostra le grandissime difficoltà di chi lavora in carcere“.