Infermiera aggredita in carcere a Foggia: “Abbandonati a noi stessi”

Ormai potremmo quasi affermare che fanno parte della quotidianità. Le aggressioni al personale sanitario sono in continua crescita e i più colpiti sono i dipendenti dei Pronto Soccorso, delle carceri e dei servizi di psichiatria, oltre che del servizio di emergenza/urgenza 118.

Una vera e propria escalation negli ultimi 6 mesi per la quale ancora non sono state attuate delle serie misure e, soprattutto, non si è fatto nulla di concreto per tutelare gli operatori. L’ennesima aggressione si è, infatti, verificata all’interno del carcere di Foggia dove un’infermiera è stata colpita al volto da un detenuto che, con un pugno, ne avrebbe causato un trauma cranico facciale.

L’episodio è avvenuto mentre il sottosegretario alla Giustizia stava visitando la struttura carceraria, per evidenziarne eventuali criticità. L’infermiera è stata soccorsa e trasportata al vicino ospedale per le cure del caso e per farsi refertare.

Sulla vicenda è intervenuto il Segretario Generale dell’OSAPP, Pasquale Montesano, il quale ha dichiarato: “Sovraffollamento, carenza di organico, gli innumerevoli eventi critici e l’assenza di una linea di comando permanente determinano un continuo disagio per tutti gli operatori. Tutte le carceri pugliesi sono allo sfascio. Sono diventate vere e proprie università del crimine e la polizia penitenziaria è abbandonata a se stessa, deve fronteggiare quotidianamente una grave penuria d’organico, suicidi, continue aggressioni, la grave introduzione di droga e questo vale anche per gli istituti per detenuti minorenni”.

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