Infermieri, non solo Svizzera: “Tanti chiedono di tornare al Sud”

Non c’è solo la Svizzera nel mirino degli Infermieri che prestano servizio a Como, alle dipendenze dell’ATS Insubria.

Visto il periodo storico molti infermieri che riescono a vincere un concorso e che lavorano al Nord tendono, dopo qualche anno, a chiedere il trasferimento al Sud, visto il carovita e la questione affitti che, a Como, è diventata praticamente insostenibile per un professionista sanitario che si sposta da solo.

Nel 2022, secondo i dati raccolti dalla UIL, le dimissioni di infermieri e medici in servizio sull’area territoriale di Como sono state oltre 400, con un’impennata del 200% rispetto al 2011. E questi numeri non comprendono i pensionamenti e i trasferimenti verso altri ospedali: ciò aggrava ancor di più il quadro della sanità comasca.

A lanciare l’allarme è proprio il Direttore Generale dell’ATS Insubria, Salvatore Gioia che al quotidiano “La Provincia di Como“, ha dichiarato: “Abbiamo letto dell’impennata di dimissioni dagli ospedali pubblici. Quel dato però manca dei tanti trasferimenti chiesti e ottenuti dai colleghi dopo la pandemia per riavvicinarsi ai luoghi di origine. Tutte le Regioni infatti hanno potuto dopo il Covid aprire le loro porte e così tantissimi medici e infermieri sono tornati come loro diritto vicino a casa e alla famiglia.

Ma servono anche politiche abitative per aiutare i sanitari che qui non riescono a trovare un alloggio e a permettersi una casa. Non è un privilegio, è una forma di rispetto per un mestiere che riveste un’importanza sociale. Abbiamo patrimonio pubblico edilizio in abbondanza.

Tecnici di radiologia, ostetriche, infermieri sono lavori ad alto valore sociale ed etico, che promuovono il benessere e la cura della cittadinanza. Senza retorica da angeli dobbiamo tornare a sottolineare l’impatto che la sanità ha sulla società”.

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