“Mi sono dimessa dal Tempo Indeterminato nel pubblico”

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di una nostra collega che, dopo un’attenta riflessione, ha deciso di dimettersi dal pubblico impiego. Questa va ad unirsi alle migliaia di segnalazioni che riceviamo, direttamente e indirettamente, di colleghi che decidono di abbandonare il nostro lavoro per fare altro.

Oggi mi sono Dimessa.

Tempo indeterminato e 5 anni di lavoro nella Sanità Pubblica.

Una scelta piena di opinioni. C’è stato chi mi ha incitata e chi mi ha frenata, chi mi ha definito matta e chi coraggiosa, chi mi ha detto brava e chi mi ha detto somara! Ho ascoltato tutti con interesse, ma poi ho ascoltato Sara.

La Sara infermiera, professionista che troppo spesso è stata delusa.

La Sara cittadina italiana, che ha visto scomparire il Diritto più importante a noi dovuto, la Salute.

La Sara giovane ed energica, spenta da un sistema vecchio e demotivante. Il sistema non mi piace e non condivido tante scelte, quindi è stato corretto che io me ne sia andata.

La Salute in Italia era un Diritto, ora è un privilegio. La Sanità Pubblica, finanziata da ognuno di noi, sempre stata di medio-alto livello, è stata denudata lentamente ed oggi è sostituita dalla Sanità Privata.

E non ce lo ha detto nessuno.

Eppure io ancora ci credo e ci spero.

Spero che gli Ospedali tornino ad essere luoghi di Cura e smettano di essere Aziende che erogano prestazioni.

Spero che si inizi a parlare di Persone e non più di Pazienti.

Spero che ci sia il Giusto personale per la Giusta assistenza.

Spero che torni di moda la meritocrazia di qualità, spesso calpestata da quella parentale o politica.

Spero che si inizi a monetizzare di più il lavoro vero, quello duro e quotidiano, non solamente quello straordinario, che svende la professionalità ma garantisce la quantità. Spero che il sistema riprenda a funzionare. Spero che un giorno, avrò parole migliori perché le cose saranno migliori.

Oggi però, devo seguire i miei ideali, non posso più uniformarmi ad un “modo di fare” che non mi appartiene. Oggi, ho voluto condividere questa scelta, anche per dare voce ai tanti colleghi che la pensano come me, che vorrebbero altro ma non possono.

Come infermiera mi tiro fuori, ma come cittadina no, non posso più stare in silenzio.

Sara”.

Testimonianza di Sara

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