Veneto: calano le iscrizioni di Infermieri all’Università, ne mancano ben 5 mila

Una vera e propria crisi quella legata alla carenza di infermieri e che, almeno al momento, non sembra rallentare. Si acuisce sempre più.

Le ragioni legate alla carenza di personale sanitario, specie infermieristico, sono ormai conosciute a tutti ma il problema principale è rappresentato dallo stipendio. Gli stipendi degli infermieri sono ormai fermi al palo da anni e, al netto di una retribuzione media di 24 mila euro in Italia, i colleghi europei percepiscono molto di più. Basti pensare che si parte da circa 30 mila euro per arrivare agli oltre 45 mila annuali nel resto d’Europa.

In occasione della Giornata internazionale dell’Infermiere il Nursing Up Veneto ha analizzato la situazione regionale e, i risultati, sono più che preoccupanti. Si parla di una carenza di oltre 5 mila infermieri a fronte di una sempre minor attrattività della professione. Le università venete hanno registrato un 11,4% in meno di adesioni al Corso di Laurea in Infermieristica.

Nella nota del sindacato si legge: “L’infermiere è l’unica figura sanitaria responsabile dell’assistenza infermieristica, nelle nostre realtà svolge la sua attività a contatto con il paziente nell’arco delle 24 ore, è quindi fondamentale nel sistema assistenziale sociosanitario. Eppure, questi dati dimostrano in maniera lampante che la professione sta perdendo appeal, nonostante gli sforzi fatti per potenziare un’offerta formativa d’eccellenza e l’urgenza di dover reperire figure dell’area infermieristica per far funzionare il nostro sistema sociosanitario, l’interesse va scemando.

Ci sono due ragioni che spiegano questo preoccupante fenomeno: la condizione lavorativa proibitiva e la scoraggiante prospettiva economica chi lavora è chiamato a dare sempre di più in termini di orario aggiuntivo, salti di riposi, notturni da gestire in carenza di organico, ma riconoscimento e gratificazioni che ne conseguono sono assolutamente inadeguati. Le conseguenze sono le dimissioni precoci dalle strutture sanitarie pubbliche.

Sotto il profilo salariale, l’anno scorso è stato rinnovato il contratto nazionale e, grazie a Nursing Up, è stata ripristinata l’indennità specifica di professione infermieristica, adesso in fase di rinnovo contrattuale ne chiediamo il raddoppio all’agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) attraverso lo stanziamento di altri 430 milioni di euro (70 euro lordi al mese). L’obiettivo è di giungere ad un aumento dello stipendio dell’infermiere e delle altre professioni sanitarie, in linea con la media europea, così da evitare la fuga dalla sanità pubblica verso la libera professione o la ricerca di nuove opportunità all’estero. Ne va della tenuta del sistema”.

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