In questi giorni a Jesolo si sta svolgendo il Congresso Nazionale dei Caposala-Coordinatori e, tra gli interventi, uno dei più emblematici è stato quello di Marco Rotondi, presidente dell’Istituto Europeo Neurosistemica e docente all’Università di Genova.
Nell’intervento si è parlato della situazione infermieristica degli ultimi 3 anni e della necessità di trovare interventi che possano evitare quanto sta accadendo. Secondo le stime pubblicate, infatti, negli ultimi 3 anni sarebbero oltre 21 mila gli infermieri che hanno presentato dimissioni volontarie e, tra questi, quasi 18 mila hanno deciso di andare a lavorare all’estero.
E non è tutto: entro il 2027 andranno in pensione 21.000 infermieri e, altro dato particolarmente preoccupante, il 28% degli operatori sanitari è orientato al prepensionamento.
Nel suo intervento ha dichiarato: “Quanto annunciato 15 anni fa, anno in cui è nato RUSAN proprio per questo motivo, si è puntualmente verificato, ed oggi stiamo vivendo una situazione che ci preoccupa moltissimo.
Stiamo vivendo un costante abbandono delle professioni sanitarie, tanti infermieri vanno all’estero a lavorare e il paradosso è che la sanità italiana va a cercare nuovi infermieri all’estero. Io credo che bisognerebbe pensare in primo luogo ad evitare questa fuga: costerebbe meno fatica e molto probabilmente anche meno risorse economiche.
il 60% degli infermieri lamenta la mancanza di riconoscimento del merito professionale, il 40% lamenta la mancanza di riconoscimento della competenza da parte del proprio responsabile; il 77% è convinto che in futuro la situazione lavorativa non migliorerà; tuttavia l’87% degli infermieri è orgoglioso di lavorare per il servizio sanitario pubblico.