FNOPI: “Valorizzare Infermiere di famiglia con il Dlgs anziani”

10 mesi ago

Infermiere di famiglia e comunità: una figura che da diversi mesi a questa parte ha preso finalmente piede in Italia con il Veneto che è stata una delle prime regioni ad introdurla e renderla attiva.

Come riportato dalla redazione “l’attività degli infermieri di famiglia si rivolge principalmente alla presa in carico delle cronicità, ossia a pazienti che non aderiscono ai trattamenti, che sono incapaci di autocurarsi, fragili, con età pari o superiore a 65 anni”. (ndr – Infermiere di famiglia: il Veneto sarà la prima Regione ad introdurre questa figura).

Nell’audizione alla Camera nell’ambito del DDL recante disposizioni in materia di lavoro di martedì 13 Febbraio, in cui è stata sentita anche la FNOPI si è parlato del nuovo Dlgs anziani oltre che della possibilità del riconoscimento del lavoro usurante per la professione infermieristica.

Come riportato in un comunicato stampa sul sito istituzionale FNOPI: “Sosteniamo da tempo il riconoscimento della figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità come figura strategica rispetto ai nuovi bisogni assistenziali di una popolazione sempre più anziana e composta da persone con patologie croniche e degenerative.”

Lo ha detto il Consigliere nazionale della FNOPI, Carmelo Gagliano, durante l’audizione nella Commissione 10° del Senato, nell’ambito della discussione dello schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di politiche in favore delle persone anziane.

Inoltre la FNOPI ha sempre sostenuto che per rendere più efficiente il Servizio sanitario nazionale è necessario attivare vere équipe multiprofessionali sociosanitarie dove tutti devono lavorare insieme, ognuno secondo le proprie caratteristiche, ma tutti sullo stesso piano, in un percorso che coinvolga anche il paziente, i familiari e i caregiver. L’obiettivo è fornire ai cittadini tutto ciò di cui hanno veramente bisogno, disegnando i nuovi modelli organizzativi che siano un continuum tra i diversi momenti che vanno dalla prevenzione, alla diagnosi e la terapia.

Infine è necessario adottare una strategia incisiva nella gestione degli operatori di supporto che ora sfuggono al controllo del management infermieristico, attraverso l’istituzione di un registro degli operatori di supporto”.

Infermiere di famiglia e comunità

In stretta correlazione all’istituzione di lauree magistrali infermieristiche ad indirizzo clinico, la FNOPI sostiene da tempo il riconoscimento della figura dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità (IFeC) quale professionista specializzato responsabile dei processi infermieristici in ambito familiare e di comunità.

Questa figura è essenziale nell’affermazione di un modello sanitario basato sulla centralità del paziente e strategica rispetto ai nuovi bisogni assistenziali di una popolazione sempre più anziana e composta da persone con patologie croniche e degenerative, per le quali diventa fondamentale l’integrazione tra servizi sanitari e sociali.

Équipe multiprofessionale

Per rendere più efficiente il Servizio sanitario nazionale si renda necessario valorizzare davvero le professionalità che rendono la Sanità italiana, una delle migliori del mondo grazie alla concertazione dei percorsi coi professionisti e, nel nuovo modello di Ssn, attivare vere équipe multiprofessionali sociosanitarie dove tutti devono lavorare insieme, ognuno secondo le proprie caratteristiche, ma tutti sullo stesso piano, in un percorso che coinvolga al contempo il paziente, i familiari e i caregiver.

Obiettivo è fornire ai cittadini tutto ciò di cui hanno veramente bisogno e per il Dlgs la FNOPI sottolinea la necessità che la Valutazione multidimensionale unificata necessità della collaborazione, oltre che della persona interessata, dei familiari e dei caregiver, anche della funzione infermieristica attraverso la partecipazione dell’Infermiere di famiglia e comunità all’interno dell’unità di valutazione multidimensionale.

Figure di supporto

E’ necessaria una strategia maggiormente incisiva nella gestione degli operatori di supporto che ora sfuggono al controllo del management infermieristico. A tale proposito, si richiama la necessità che l’intero governo della componente non professionale a supporto dell’assistenza sia formata e gestita esclusivamente dagli infermieri. Si ritiene quindi necessaria l’istituzione di un registro degli operatori di supporto, siano essi con formazione complementare o meno.

“Fragilità digitale”

La Sanità Digitale sia, a certe condizioni, un’occasione per la tutela della salute nel paese, cui le professioni infermieristiche possono dare un importante contributo ed essere a loro volta valorizzate; la Federazione esplicita dunque la propria posizione per il successo della sanità digitale, in particolare di tutta quella parte di sanità digitale che si attua sul territorio e ancor più al domicilio della persona. Per questo è necessario affrontare il tema formativo nei confronti dello sviluppo di un digital mindset verso nuovi servizi di teleassistenza che comprendono monitoraggio da remoto, tele-triage, consultazione e educazione a distanza, così da consentire all’infermiere di riempire determinati gap assistenziali, garantendo il raggiungimento degli outcome di salute e prevenendo riammissioni improprie in ospedale.

Gagliano ha poi concluso: “a completare il quadro dello sviluppo dell’assistenza per le persone anziane oggi è richiesto un modello assistenziale orientato verso un’offerta territoriale, che valorizzi un approccio più focalizzato sul contesto di vita quotidiana della persona. L’obiettivo deve essere quello di far coincidere quanto più possibile professionisti diversi e popolazione di riferimento dei professionisti (multiprofessionalità). Quindi: da una sanità reattiva ad una proattiva. Da una sanità prescrittiva a una sanità preventiva.

Per ottenere questi risultati dovrebbe essere previsto un modello di rete territoriale, basato su competenze multidisciplinari che abbiano ognuna proprie responsabilità e autonomia di gestione della persona assistita, secondo le caratteristiche della professione svolta, in modo di consentire l’educazione alla salute, la prevenzione, l’assistenza e il soddisfacimento dei bisogni, il controllo delle condizioni dell’individuo per evitare processi di malattia, aggravamento e/o complicanze rispetto a situazioni di fragilità”.

A QUESTO LINK LA MEMORIA FNOPI PER L’AUDIZIONE SUL DLGS ANZIANI