“Questo lavoro mi schiaccia e mi toglie il respiro, se potessi scapperei via”

1 settimana ago

Prosegue l’osservatorio Nursing Up, uno strumento di ascolto e monitoraggio costante del disagio professionale, che ha raccolto negli ultimi mesi decine di testimonianze da parte di infermieri ormai stanchi di essere trattati come l’ultima ruota del carro.

Nel comunicato stampa viene riportata la testimonianza di Laura, una collega che afferma: “fare l’infermiere non è una vocazione. Basta con queste tristi retoriche. È resistenza, è come essere ogni giorno al fronte, laddove il triste teatro delle nostre battaglie è la corsia di un ospedale.

Resistiamo come su una nave alla deriva, al collasso di un sistema che ci celebra solo quando serve, poi ci dimentica e ci getta via come rifiuti. Combattiamo come soldatesse in trincea: i nostri nemici, però, si chiamano turni infiniti e massacranti, ferie negate, burocrazia che ci soffoca e ci stringe come un nodo alla gola. La professione infermieristica, più che mai nel 2025, vale la pena ribadirlo, non è vocazione, basta con queste affermazioni: è scelta, è competenza, è dignità.

Ma a volte mi sembra di vivere in apnea: respiro solo quando esco dall’ospedale, e anche lì, il peso che porto sul petto non si stacca, non mi lascia vivere serena come vorrei”.

Il presidente del sindacato, Antonio De Palma, ha commentato la testimonianza di Laura, affermando: “questa testimonianza, come tante raccolte dall’Osservatorio, è la prova lampante che la salute mentale degli infermieri non è più una questione privata. È un tema di sanità pubblica, un’emergenza sociale che il Paese deve affrontare con coraggio politico. Non si può curare senza essere curati, non si può ascoltare senza essere ascoltati”.