Assistenza infermieristica nell’Emorragia Cerebrale

2 mesi ago

L’emorragia cerebrale, un evento neurologico acuto e grave, si verifica quando un vaso sanguigno all’interno del cervello si rompe, causando un’improvvisa fuoriuscita di sangue nel tessuto cerebrale circostante. Questa condizione critica richiede un intervento medico immediato e un’assistenza infermieristica specializzata e tempestiva per massimizzare le possibilità di sopravvivenza e favorire il recupero del paziente.

Il ruolo dell’infermiere nell’assistenza al paziente con emorragia cerebrale è poliedrico e di vitale importanza fin dal momento dell’arrivo in ospedale. La valutazione neurologica rapida e accurata è il primo passo fondamentale. L’infermiere monitora costantemente i segni vitali, il livello di coscienza attraverso scale specifiche come la Glasgow Coma Scale (GCS), la risposta pupillare, la forza muscolare e la presenza di eventuali deficit neurologici come difficoltà nel linguaggio o paresi. Questa osservazione continua permette di intercettare precocemente qualsiasi peggioramento e di allertare immediatamente il team medico.

La gestione delle vie aeree e il mantenimento di un’adeguata ossigenazione sono priorità assolute. L’infermiere si assicura che il paziente respiri in modo efficace e, se necessario, collabora con il team per l’intubazione e la ventilazione meccanica. Il controllo della pressione arteriosa è altrettanto cruciale, poiché sia l’ipertensione che l’ipotensione possono peggiorare l’emorragia e il danno cerebrale secondario. La somministrazione dei farmaci prescritti, come antipertensivi o farmaci per ridurre l’edema cerebrale, è gestita con precisione dall’infermiere.

Oltre all’assistenza diretta, l’infermiere specializzato in emorragia cerebrale svolge un ruolo chiave nel supporto emotivo al paziente e alla sua famiglia, spesso sconvolta dalla gravità della situazione. Fornire informazioni chiare e comprensibili sul percorso diagnostico-terapeutico, rispondere alle domande e offrire un ascolto attivo sono aspetti fondamentali dell’assistenza infermieristica umanizzata.

Durante la fase di recupero, l’assistenza infermieristica si concentra sulla prevenzione delle complicanze secondarie, come le infezioni, le piaghe da decubito e la trombosi venosa profonda. L’infermiere supporta il paziente nelle prime fasi della riabilitazione, collaborando con fisioterapisti, logopedisti e terapisti occupazionali per favorire il recupero delle funzioni perdute. L’educazione del paziente e dei familiari sulla gestione a domicilio e sulla prevenzione di recidive è un altro aspetto cruciale dell’assistenza infermieristica post-emorragica.

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.