Assistente Infermieri: i dubbi del Migep sulla nuova figura

La Lega ha presentato in Senato un disegno di legge che dovrebbe rafforzare il Sistema Sanitario Nazionale, stremato dalla carenza di personale, andando ad individuare una nuova figura, ossia l’Assistente Infermiere.

Questa figura è stata definita come “l’operatore di interesse sanitario deputato a svolgere funzioni infermieristiche di primo livello”. In questo modo dovrebbe essere garantita una migliore gestione della turnazione con il miglioramento del benessere psico fisico degli infermieri e una riduzione di turni estenuanti, riposi e ferie saltate. Eppure, secondo la Federazione Nazionale Migep (e anche secondo noi della redazione), in questo modo non si fa altro che cercare di ovviare ad un problema serio, ovvero l’inadeguatezza degli stipendi dei sanitari italiani.

In un lungo comunicato stampa la Migep ha dichiarato: “Si potrebbe dedurre che, al fine di accontentare qualche organizzazione sindacale, qualche ordine professionale o qualche Regione in grave affanno, come stiamo ripetendo ormai da diverso tempo negli incontri avuti con le Regioni e il ministero della salute, la situazione stia subendo un’involuzione. Esprimiamo opinioni divergenti non già verso l’istituzione di una figura intermedia tra Oss e infermiere ma sui contenuti della nuova figura proposta, i quali in definitiva risultano essere soltanto una penalizzazione delle professioni attuali e una beffa per Il SSN assistenziale.

Come Federazione Migep – Stati Generali Oss si sta cercando di evidenziare in modo costruttivo il ruolo e la capacità operativa delle professioni assistenziali “emarginate” e considerate dalla legge meramente d’interesse sanitario o semplicisticamente “arte ausiliaria”. La nascita dell’assistente infermiere proposta dalla Lega apre la strada a un percorso lungo e tortuoso in quanto, a nostro avviso, la nuova figura non è preparata dal punto di vista giuridico, alla risoluzione di problematiche quali l’abbattimento delle liste di attesa, la carenza di personale sanitario e soprattutto al recepimento delle nuove funzionalità infermieristiche perché non è chiaramente evidenziato il suo percorso formativo, la sua autonomia, ma soprattutto resta rilegato alla definizione di operatore di interesse sanitario (legge 1/2/2006 n 43). La stessa legge 300/07 definisce che la parola “interesse sanitario” indica una figura adibita a una attività di “serviente” e “ausiliario”. In questo modo purtroppo ritorna indietro ad una figura senza una tutela assicurativa, con grossi carichi di responsabilità professionale, retribuzione contrattuale incerta, sotto la supervisione dell’infermiere che sarà responsabile delle sue azioni.

La carenza attuale di personale è palese e condivisa da tutti: basti citare le RSA, RA, i pronto soccorsi, le corsie degli ospedali, territorio, terzo settore, nei quali l’Oss è caricato di responsabilità professionali senza avere gli adeguati strumenti di tutela. Contemporaneamente assistiamo all’espulsione dal mondo lavorativo di altre figure importantissime ad esempio nell’assistenza alle mamme post-parto come la puericultrice.

Ormai da più di vent’anni stiamo assistendo ad una politica che attribuisce al solo carico economico-finanziario le cause del mal funzionamento del SSN, che sta pian, piano svendendo completamente la sanità pubblica invece di renderla sempre più adatta a soddisfare i bisogni dei cittadini, (l’età, le patologie, la complessità di attese per le visite, l’abbandono delle mamme dopo il post parto, la perdita costantemente del potere economico).

Sappiamo bene che se vogliamo evitare tutto questo occorre rispettare e riconoscere tutte quelle professioni che chiedono uguali diritti alla pari delle altre e di usare per tutti lo stesso metro di misura e di investire nello stesso modo gli investimenti necessari per tutto il SSN, inoltre, investire su tutto il personale.

Ritornando all’art. 14 della succitata legge della Lega, non affronta i problemi della carenza di personale, della qualifica, della collocazione, non è una ipocrisia, ma anzi errori che si sostengono a vicenda e si collocano a peggiorare la situazione che c’è già, ed è molto grave. Ci chiediamo: “Come farà questa nuova figura di interesse sanitario ad essere considerata nell’ambito sanitario, quando l’Oss, che attualmente dispone di due Leggi di stato che lo collocano nell’area socio sanitaria e nel ruolo socio sanitario, è ancora considerato operatore di intesse sanitario (quindi Tecnico)?” E ancora: “Il suo sarà un diploma quinquennale?” Gli operatori socio sanitari dovranno fare due anni di formazione”?

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