SILP: “Venga riconosciuta la libera professione agli infermieri della Polizia di Stato”

Il sindacato italiano lavoratori di polizia della CGIL chiede a gran voce l’inquadramento e riconoscimento della libera professione degli infermieri e degli altri professionisti sanitari della Polizia di Stato.

In una nota rilasciata dal sindacato stesso vengono addotte le ragioni alla base della richiesta e viene chiesto che la FNOPI possa intervenire affinché possa essere finalmente riconosciuta la libera professione anche per gli Infermieri che lavorano nella Polizia di Stato.

Nel comunicato stampa si legge: “In considerazione dell’attuale inquadramento dei professionisti sanitari in possesso di laurea triennale abilitante, operanti all’interno della Polizia di Stato, con particolare riferimento agli infermieri, la scrivente O.S. chiede interventi presso le competenti sedi istituzionali al fine di ottenere l’accesso e la definitiva collocazione di tali professionisti nei ruoli direttivi e dirigenziali della Polizia di Stato, con le stesse modalità previste per le altre professionalità.

Si propone, a tal fine, l’istituzione di un nuovo profilo di funzionario tecnico di “governo generico” che permetta ai laureati triennali abilitati all’esercizio di professioni sanitarie, il cui titolo è necessario per l’accesso ai ruoli dell’Amministrazione, di vedersi riconosciuto il dovuto sviluppo di carriera, consentendo, inoltre, l’accesso alle qualifiche direttive e dirigenziali dei laureati quinquennali nelle classi LM/SNT1, LM/SNT2, LM/SNT3 e
LM/SNT4 con compiti di direzione, gestione e organizzazione del settore e del profilo di appartenenza. Chiediamo che si ponga rimedio quanto prima a questa grave sperequazione.

Inoltre, in riferimento alla qualifica di ispettore tecnico, settore sanitario, solleviamo l’assenza di previsione di un concorso interno per l’accesso alla qualifica di ispettore superiore tecnico, manifestando la necessità di misure correttive per garantire uguali opportunità di avanzamento di carriera al pari del ruolo ordinario, anche in considerazione delle carenze in organico.

Nell’ambito delle professioni sanitarie è cruciale riconoscere e regolamentare la possibilità di esercitare la libera professione per tutto il personale sanitario della Polizia di Stato. Tale necessità trova fondamento in disposizioni legislative e giurisprudenziali rilevanti, che delineano l’importanza di tale prerogativa per il benessere della collettività e il buon funzionamento delle istituzioni.

Inoltre, l ‘apertura alla libera professione per gli infermieri e altre figure sanitarie all’interno delle Forze di Polizia, come proposto anche nel DDL S. 648 (Silvestroni/Zullo), rappresenta un passo significativo verso una maggiore integrazione con l’SSN. Questa iniziativa consentirebbe non solo di arricchire le competenze professionali disponibili, ma anche di migliorare l’accesso ai servizi sanitari per la comunità civile.

Garantire a tutti i professionisti sanitari della Polizia di Stato la libertà di esercitare la professione in modo indipendente e libero rappresenta non solo un atto di giustizia, ma anche un’opportunità per arricchire il panorama professionale nel settore sanitario. Inoltre, questo consentirebbe loro di mettere a frutto le proprie competenze in contesti diversificati, contribuendo così al benessere della collettività.

È pertanto cruciale che le normative vigenti sull’esercizio dell’attività libero professionale, al di fuori dell’orario di servizio, siano aggiornate e ampliate per includere tutto il personale della Polizia di Stato esercente una professione sanitaria, garantendo pari opportunità di sviluppo professionale e di contributo al sistema sanitario nazionale.

In particolare, si chiede l’intervento di codesta Fnopi (Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche), quale ente rappresentativo della professione infermieristica, al fine di garantire un adeguato supporto e tutela per i professionisti infermieri coinvolti in questa transizione”.

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