“Ho rinunciato ai benefit e alla sicurezza del posto pubblico per la libera professione”

11 mesi ago

Riceviamo e pubblichiamo la testimonianza di una collega che ha deciso di abbandonare il posto di lavoro nel pubblico per ritornare a lavorare da libero professionista e, come affermato dallo stesso, perdere la sicurezza del pubblico e i benefit derivanti.

Alessio ci scrive: “Ciao infermieritalia sono uno dei tanti che, in questo periodo, ha rinunciato ai benefit e alla sicurezza del posto pubblico, per tornare a libero professionista. È stato un passo molto difficile per vari motivi: il primo è che faccio parte di quella generazione di infermieri pre covid, quelli che facevano il giro dell’Italia, inseguendo concorsi, per avere il posto fisso. Ne ricordo soprattutto quattro, perché si sono svolti in palazzetti dello sport o in Fiere cittadine, tutti con più di diecimila partecipanti: Toscana e Bologna 2016, Friuli Venezia Giulia 2016, Policlinico di Milano 2017. Più concorsi più piccoli tipo uno a Morbegno in provincia di Sondrio, quindi direi che me lo sono ampiamente sudato.

Il secondo motivo di preoccupazione è stato perché io avevo già avuto la partita iva e sapevo cosa volesse dire, essere messo in discussione ogni giorno. Terzo motivo, la mia famiglia: ho un mutuo, una moglie e due figlie, quindi tanti motivi che mi obbligano ad avere delle entrate sicure. Eppure tutte queste perplessità sono state scavalcate dalla voglia di uscire da un sistema poco premiante, che in sette anni di pubblico impiego (in due regioni italiane ricche) non si è mai evoluto: nessuna possibilità di carriera e soprattutto remunerazione ferma ad anni orsono.

I due cambi contrattuali che ho vissuto ed uno scatto di categoria non hanno cambiato assolutamente la mia posizione rispetto al 2016, anno in cui sono diventato un dipendente pubblico. Quindi parlando con un mio amico libero professionista, ho fatto il salto nel vuoto, e devo dire che la remunerazione cambia e anche tanto.

Certo niente ferie pagate, niente malattia o permessi e soprattuto zero prospettiva di pensione, ma quanti di noi giovani infermieri trentenni, hanno realmente necessitato di queste sicurezze offerte dal pubblico impiego? A fronte di entrate maggiori posso benissimo permettermi assicurazione salute, che in caso di infortunio o malattia grave, mi garantisce una diaria. Posso permettermi una buona pensione integrativa e soprattutto posso mettere dei soldi da parte, cosa che con lo stipendio da dipendente non potevo fare, perché dovevo sempre rincorrere le spese. Dal punto di vista qualitativo non ho invece trovato grosse differenze tra aziende pubbliche e private, ma è anche vero che ho sempre lavorato in policlinico universitari che investivano molto sulle novità.

Quindi il motivo maggiore è stato il poco riconoscimento che continuiamo ad avere, e a volte lo sminuimento puro: fate il confronto fra il nostro lavoro e quello di un OSS. Spesso e volentieri purtroppo svolgiamo le stesse funzioni e gli stipendi sono anche fin troppo simili, eppure abbiamo maggiori conoscenze e maggiori responsabilità“.

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