L’OPI Mantova dice no agli infermieri dall’estero

3 settimane ago

Prosegue sull’onda di polemiche e insoddisfazione da parte delle istituzioni e dei sindacati il viaggio dell’Assessore al Welfare della Regione Lombardia per il reclutamento di infermieri in Argentina e Paraguay per sopperire, almeno in parte, all’importante carenza di infermieri negli ospedali.

Nelle ultime ore sono stati in diversi ad intervenire sulla vicenda tra cui il Nursing Up e l’OPI di Varese che hanno detto, a sommi capi, che la carenza di infermieri in Lombardia (e anche in Italia) non si risolve importando infermieri dall’estero, considerando tutto ciò che c’è dietro affinché riescano ad entrare effettivamente in servizio.

All’ondata di polemiche si è aggiunto anche l’OPI di Mantova che, attraverso le parole del suo presidente, Andrea Guandalini, ha dichiarato alla Gazzetta di Mantova: “La carenza di personale infermieristico in Lombardia è di oltre seimila unità e in costante crescita. Le università lombarde formano circa duemila professionisti l’anno e l’uscita dalla regione è stimata in circa quattromila unità all’anno, tra pensionamenti, abbandoni ed espatri. L’infermieristica è una professione intellettuale, riconosciuta come una delle colonne fondamentali di un sistema salute. Le nostre università ogni anno formano infermieri con preparazione eccellente che sempre più spesso migrano verso Paesi esteri, soprattutto in Svizzera, alla ricerca di condizioni lavorative, organizzative, welfare e stipendi migliori». Secondo il presidente di Opi Mantova bisogna puntare su questi fattori per incentivare i giovani ad iscriversi al corso di laurea e per trattenere i professionisti in Lombardia.

Il reclutamento di professionisti dall’estero non è una novità per l’Italia. Basti ricordare gli anni Ottanta e Novanta e non è l’unica soluzione per coprire la carenza di personale e soddisfare il crescente bisogno di salute dei nostri cittadini. Se non si valorizzano i nostri professionisti l’abbandono sarà inevitabile e le condizioni di lavoro non ottimali renderanno, nel tempo, poco appetibile il sistema anche per gli infermieri stranieri. La proposta dell’assessore di risolvere la carenza puntando solo sul reclutamento da altri Paesi avvilisce e svaluta i professionisti lombardi e incentiva l’allontanamento dalla nostra Regione e, peggio, dal nostro Paese”.

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