OPI Trieste: “Da marzo 300 euro in meno”

In un periodo storico molto difficile per gli infermieri a causa dell’importante carenza sul territorio nazionale sembra che si stia facendo tutto tranne che rendere la professione attrattiva.

Nei giorni scorsi ha tenuto banco il discorso innescato dalla pubblicazione del rapporto Crea Sanità che ha evidenziato un Sistema Sanitario Nazionale che rischia di sprofondare e venire risucchiato in una vera e propria voragine.

Cristina Brandolin, presidente dell’OPI di Trieste, in una recente intervista rilasciata ad ANSA, mette in guardia e denuncia quella che potrebbe profilarsi come l’ennesima beffa per gli infermieri della zona triestina. L’assessore alla salute Riccardi, infatti, avrebbe effettuato delle modifiche del metodo della definizione delle Rar (risorse del salario aggiuntivo) che andrebbero ad impattare negativamente sugli stipendi.

“L’allarme lanciato dalle organizzazioni sindacali è che i nostri professionisti rischiano di perdere 300 euro al mese a partire da marzo.

La preoccupazione riguarda il nuovo metodo che consisterebbe in una perequazione al ribasso per tutta l’area giuliano isontina, che a quanto ci è dato di conoscere per Trieste andrebbe a penalizzare in particolare le strutture triestine di Asugi e del Burlo. Secondo le stime, a partire da marzo gli infermieri rischiano di vedersi riconoscere circa 300 euro in meno ogni mese.

Ma il rischio è anche di diminuire l’attrattività di Asugi e del Burlo per i professionisti che partecipano ai concorsi venendo da altre regioni, in quanto il giusto trattamento economico del personale è fondamentale per riconoscere l’impegno di chi lavora in condizioni sempre più difficili, con turni pesanti e una fatica quotidiana crescente e stipendi già nettamente inferiori rispetto al resto d’Europa.

Siamo davanti a un caso gravissimo. Ne va della tenuta del sistema delle cure di una popolazione tra l’altro con età media avanzata come quella di Trieste. Il venir meno del giusto riconoscimento del capitolo Rar a persone che dedicano la loro vita alla tutela della salute dei cittadini non è accettabile”.

Queste le parole piene di tristezza da parte della Brandolin.