Nei giorni scorsi vi avevamo parlato della brutale aggressione subita dal personale sanitario operante all’interno dell’Unità Operativa di Psichiatria dell’Ospedale del Mare a Napoli. Un infermiere ha perso un dito che gli è stato staccato a morsi e un’altro colpito con violenza innaturale.
E’ proprio l’infermiere al quale è stato staccato un dito a descrivere quanto accaduto a La Repubblica. Nella lunga intervista ha dichiarato: “Il paziente, un ragazzo del ’93, che fa probabilmente uso di sostanze, era approdato la sera prima nel nostro pronto soccorso in stato di agitazione, poiché affetto anche da problematiche psicotiche. Dopo la terapia lo hanno ricoverato ed è venuto da noi, in reparto. Per sedarlo, però, era necessario impedirne la mobilità.
Noi eravamo in tre, due infermieri e un operatore sanitario, oltre il medico pure presente. Ed è successo che mentre si cercava di bloccarlo, il paziente, da disteso sul letto ha fatto un balzo con la schiena verso di noi che eravamo in piedi. A questo punto, mi ha preso di mira, anche perché ero proteso verso di lui e quindi più esposto alle sue reazioni.
Con i denti mi ha letteralmente strappato mezzo mignolo della mano sinistra. Poi ha sputato la falangetta con il guanto che indossavo. Un dolore fortissimo, al momento non ho realizzato l’accaduto. E forse chirurgicamente non sarebbe stato reciso così di netto. Come se non bastasse ha preso a calci e pugni anche una collega. Sono stato refertato con una prognosi di 30 giorni ma ovviamente per me scatterà una semi invalidità permanente, perché la menomazione comunque c’è e rimarrà.
L’infermiere rivela anche che quel soggetto non era nuovo a violenze del genere: il giorno prima aveva aggredito la mamma, recidendole, sempre con un morso, parte dell’orecchio. In città ci sono solo due reparti di Psichiatria, uno qui all’Ospedale del Mare, l’altro al San Giovanni Bosco. In totale 20 posti letto e qualche barella, mentre solo da noi c’è anche il pronto soccorso. In più, il personale è carente. Sarebbe necessaria maggior tutela da parte di chi ci governa e che gestisce la sanità in generale. Sono tutte problematiche che non si riescono a risolvere e con cui, purtroppo, siamo costretti a convivere”.