Infermiera di PS: “Abbiate rispetto per chi vi cura”

11 mesi ago

Riceviamo e condividiamo il pensiero di una collega di Pronto Soccorso che, durante un turno di notte, ha ricevuto dei complimenti non troppo velati e non propriamente relativi alla propria professionalità.

Il turno di notte in pronto soccorso è come un bacino che raccoglie le lunghe attese accumulate durante il giorno e che inevitabilmente si trasformano in grandi pretese.

Innumerevoli pazienti, più o meno gravi, ai quali si aggiungono i nuovi ingressi triagiati uno dopo l’altro. Alle 21:00 la classica domanda ripetuta è “sono ore che aspetto, quando mi chiameranno?” con un tono accusatorio come se la responsabilità dello scorrere della lista d’attesa dipendesse da te che entri e che non hai ancora avuto il tempo di vedere che volto hanno i tuoi pazienti.

In aggiunta se hai un aspetto docile e indifeso, ecco che gli avvoltoi iniziano ad assalire e a sentirsi nella posizione di poter attaccare come se ci fosse un diritto intrinseco nel lamentarsi e incolpare il primo malcapitato. Non solo, se il paziente di sesso opposto apprezza ciò che vede nella giovane infermiera, convinto di commentare con lusinghe, non si risparmia nel dire frasi come “che fortuna almeno mi rifaccio gli occhi” oppure “meno male che sei venuta tu e non il tuo collega uomo” e al primo errore o sensazione di dolore da procedura ti aggredisce e dubita della tua professionalità proprio perché i complimenti sono esclusivamente per l’aspetto esteriore e non per le tue capacità, dunque si permettono anche di dare consigli e svilire il tuo operato con frasi del tipo “forse se mi faceva mettere il braccio sul tavolo non sbagliava il prelievo” e al tuo controbattere “proviamo l’altro braccio ma rimanga sdraiato sulla barella perché per me è più pratico” risponde nuovamente a tono con “non mi sembra che tu ci sia riuscita poco fa facendo a modo tuo”.

Puro sessismo.

La classica bella ragazza senza cervello o senza capacità.

La classica infermiera da guardare e su cui fantasticare.

Mantenere la calma è difficile perché quando entra in gioco l’umiliazione, qualsiasi lavoro e a maggior ragione una professione dove si opera su vite umane, viene messo a dura prova e il margine di errore inevitabilmente aumenta. Fortunatamente esiste ancora qualcuno che conosce il rispetto e l’educazione e che con un semplice grazie ti sa ripagare dalla beffe ricevute. Vorrei solo poter essere nella condizione di poter rifiutare di assistere qualcuno che mi manca di rispetto ma no, non posso, non è previsto dal mio codice deontologico.

Per questo ho solo una piccola richiesta per coloro che decidono di presentarsi in pronto soccorso: abbiate rispetto per chi vi cura”.

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Rachele – Infermiera Pronto Soccorso

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