Infermiera accusata di aver ucciso sette neonati iniettando insulina e aria: inizia il processo in UK

12 mesi ago

Sono devastata, non ho mai fatto del male a un bambino sotto le mie cure. Ho sempre fatto del mio meglio per prendermi cura di loro. Sono qui per aiutare e non per fare del male. Quando mi hanno arrestato non potevo crederci, ero disgustata. Non credo che esista un’accusa peggiore di questa. Quando sono stata rimossa dal mio incarico sono arrivata a mettere in discussione anche me stessa, ho pensato più volte al suicidio. Il lavoro era la mia vita. Non riesco a esprimerlo a parole, il mondo intero si è fermato. Dopo l’arresto mi è stato diagnosticato un problema di ansia e depressione e un disturbo da stress post-traumatico.”

Sono queste la parole di Lucy Lebty, pronunciate in aula davanti al giudice. L’infermiera è accusata di aver iniettato insulina, aria o latte ai neonati, per provocargli la morte. I fatti sarebbero avvenuti nei 12 mesi in cui ha operato al Countess of Chester Hospital e, tra le vittime, un neonato sarebbe stato ucciso quando aveva soltanto 24 ore di vita. Di fronte al giudice e ai parenti delle vittime avrebbe negato tutte le accuse, affermando di aver lavorato sempre nel bene dei piccoli pazienti. La donna è stata sollevata dal ruolo di Infermiera nel Luglio del 2016 quando si è notata la strana coincidenza delle morti dei neonati e della presenza in servizio della 33enne.

Secondo l’accusa, infatti, i decessi avrebbero un denominatore comune, ovvero la presenza di Lebty in servizio: “Sono avvenuti durante i turni di notte quando Letby era di turno e poi quando era al lavoro durante il giorno. Non si tratta di un caso“.

Ma non è tutto: la corte avrebbe chiesto alla donna il motivo per cui la stessa avrebbe effettuato oltre 2000 ricerche Facebook sui genitori dei neonati tra Giugno 2015 e Giugno 2016. Lebty ha affermato che si trattava di semplice curiosità in quanto passava tanto tempo al cellulare e sulla piattaforma di Zuckenberg.

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