E-Health nella raccolta sangue: il ruolo degli Infermieri

1 anno ago

L’e-health entra a pieno titolo nel percorso trasfusionale e Avis e Società italiana di medicina trasfusionale hanno fatto il punto, anche con la partecipazione del Centro Nazionale Sangue (per la FNOPI è intervenuto il consigliere nazionale Luigi Pais dei Mori), in un corso ECM organizzato a Roma sulla progettualità relativa a questo tema  dal titolo “La telemedicina e la sua possibile applicazione nelle unità di raccolta”.

Gli obiettivi dell’e-health nel percorso trasfusionale, come ha spiegato all’incontro Vincenzo De Angelis, direttore del Centro nazionale sangue (CNS), sono sintetizzati in un progetto del CNS che prevede la realizzazione e validazione di un software interattivo che consenta la compilazione in formato elettronico online del questionario utilizzato nel processo di selezione da parte del donatore di sangue (CASI-computer assisted self-interviewing), del miglioramento della efficienza nel processo di selezione del donatore di sangue attraverso l’ottimizzazione del tempo/operatore per donatore, del miglioramento della qualità delle informazioni anamnestiche presenti nel questionario di selezione e del miglioramento della qualità percepita da parte del donatore.

Tutto questo porterebbe alla riduzione del tempo di attesa del donatore e del percorso di donazione e sarebbe di incentivo alla prenotazione della donazione e miglioramento della programmazione della raccolta.

In questo senso De Angelis ha tracciato il percorso che deve avere il ruolo della professione infermieristica nella selezione del donatore di sangue.

La norma che regola le attività della selezione del donatore di sangue (DM 2 novembre 2015), ha spiegato,  esplicita diversi campi di autonomia per la professione infermieristica, nell’ambito di numerose valutazioni sul donatore che discendono da istruzioni chiare e definite da procedure stabilite a monte nelle strutture trasfusionali, sulla base di linee guida e protocolli in continuo aggiornamento. ·

Per analogia, a chiarire quanto espresso dalla norma, De Angelis ha sottolineato che  basta ricordare che sui mezzi mobili di rianimazione e nei pronto soccorso ospedalieri gli infermieri effettuano normalmente triage sui pazienti, identificando e presentando al medico i casi secondo un ordine di priorità di intervento da essi stessi definito in base ai protocolli e all’esame fisico e strumentale eseguito dall’infermiere.

De Angelis ha spiegato il percorso del triage infermieristico nella selezione del donatore di sangue ed emocomponenti:

  1. iun un primo stadio (che chiameremo triage fisicoun infermiere qualificato verifica l’identità del donatore, controlla peso, pressione sanguigna e frequenza cardiaca del donatore;
  2. nel secondo (che chiameremo triage ematologicolo stesso infermiere qualificato controlla i livelli di emoglobina, ematocrito, conta dei globuli bianchi e delle piastrine;
  3. durante lo svolgimento di queste operazioni il personale infermieristico qualificato verifica anche la completezza del questionario anamnestico e raccoglie il consenso informato del donatorefirmando e facendo firmare al donatore;
  4. se il donatore ha superato positivamente queste prime fasi, il processo si può concludere con l’assegnazione del giudizio di idoneità da parte del medico, anche con impiego di strumenti di telemedicina perché sono state già prodotte le evidenze documentali richieste per l’idoneità.

Il DM 2 novembre 2015 – ha poi ricordato il direttore del Centro nazionale sangue –  richiede specifiche procedure per lo svolgimento delle attività di selezione del donatore.

  1. Processo sotto presidio medico; va letto con un’interpretazione “lean” che richieda la presenza del medico solo nelle fasi di contenuto clinico-diagnostico esclusivo (“in parallelo”, non “in serie”)
  2. Valutazioni che discendono da procedure ed istruzioni chiare e definite a monte riconducono a criteri NON discrezionali che non lasciano spazio a dubbi interpretativi e non abbisognano di competenza clinico-diagnostica
  3. Contributo del personale infermieristico adeguatamente responsabilizzato e formato alla formulazione del giudizio di idoneità del donatore mediante processi assistenziali (documentazione ed analisi) in grado di produrre le evidenze richieste per l’idoneità, anche con impiego di strumenti di telemedicina
  4. Interpretazione non pregiudizievole per la qualità e sicurezza del processo, aderente alla normativa vigente (che necessita di semplificazione e di revisione per le mutate condizioni delle strutture trasfusionali e le navate responsabilità delle diverse figure professionali)

Il progetto del CNS prevede di sperimentare un modello di utilizzo della telemedicina a supporto della gestione in assistenza domiciliare di pazienti ematologici e un modello di suo utilizzo per la gestione dei pazienti talassemici.

Per farlo si dovrà valutare l’impatto del modello proposto in termini di miglioramento della qualità di vita del paziente e di riduzione degli accessi in ospedale.

Il ruolo delle professioni sanitarie è stato sottolineato anche da Francesco Fiorin, presidente della SIMTI, la Società italiana di medicina trasfusionale,  che ha evidenziato tra le prospettive, la valorizzazione del ruolo e delle competenze in medicina trasfusionale delle professioni sanitarie sviluppando percorsi formativi specifici e modelli organizzativi di gestione delle attività centrati sulla sicurezza e gli esiti delle cure e la necessità di sviluppare modelli di integrazione e collaborazione multiprofessionale che permettano una corretta gestione delle risorse umane sulla base delle competenze acquisite.

Luigi Pais dei Mori ha ripercorso i tratti normativi, le responsabilità e le prospettive dell’e-health, ricordando, a fianco delle norme che via via l’hanno prevista e istituita, anche la posizione e il giudizio che le aziende sanitarie – di fatto gli “organizzatori” dell’e-health – danno delle varie componenti del processo innovativo.

Sulla cartella clinica elettronica il 64% delle Direzioni Strategiche ritiene l’ambito molto rilevante e il 60% delle aziende intendeva investire in questo ambito nel 2022.

Per la telemedicina, teleassistenza, telemonitoraggio e così via, il 56% delle Direzioni Strategiche ritiene l’ambito importante e il 58% aziende intende investire in questo ambito a breve.

Poi i fondi previsti dal PNRR: il 46% delle Direzioni Strategiche dichiara «poca chiarezza» su come utilizzare le risorse del PNRR.

L’integrazione dei dati tra Regioni e a livello centrale è un investimento importante per il 47% delle Direzioni Strategiche.

Infine il Fascicolo sanitario elettronico, presente in tutte le Regioni, ma che di fatto ha necessità di essere messo nelle condizioni di “dialogare” in tutti i territori allo stesso modo, con gli stessi presupposti e le la stessa operatività.

Pais dei Mori ha ricordato il concetto espresso a livello europeo secondo cui è tempo che la telemedicina migliori la vita dei pazienti e offra nuovi strumenti ai professionisti della sanità: la telemedicina può essere d’aiuto nell’affrontare le sfide principali per i sistemi sanitari e può offrire opportunità considerevoli all’industria europea.

Ma perché sia fattibile – ha sottolineato – ci sono alcune domande a cui  sarà necessario dare risposte concrete:

Maturità del mercato: sono in corso delle sperimentazioni inerenti allo use-case analizzato?

Compliance normativa: la blockchain (che dovrebbe sfruttare le caratteristiche di una rete informatica di nodi e consente di gestire e aggiornare, in modo univoco e sicuro, un registro contenente dati e informazioni in maniera aperta, condivisa e distribuita senza la necessità di un’entità centrale di controllo e verifica) è compliant con le norme vigenti oppure occorre una regolamentazione ad hoc per il caso d’uso?

Business model enabler: la blockchain abilita nuovi modelli di business oppure permette solo di efficientare e/o automatizzare processi?

Ecosistema necessario: la tecnologia blockchain ha un impatto positivo significativo anche in uno scenario con pochi attori o è necessario coinvolgere l’intera supply chain per creare valore/perchè sia efficace?

Maturità tecnologica: qual è il livello di digitalizzazione della industry oggetto di analisi?

Un percorso ancora da compiere, ma che sembra avere le basi su cui potersi sviluppare, secondo il consigliere nazionale FNOPI.

Tratto dal sito istituzionale FNOPI

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