Post d'odio sul web contro gli Infermieri, la direzione è dura: partono le denunce

«C’è un limite a tutto. E siccome il nostro ruolo è quello di tutelare i pazienti ma anche i medici e gli operatori, inizieremo a denunciare chiunque diffami intere categorie senza troppe volte senza sapere nemmeno di cosa sta parlando». Non usa mezzi termini il Pierluigi La Porta, direttore di stabilimento dell’Ospedale del Delta di Lagosanto. Il documento è già pronto e la prima denuncia anche. A quanto pare nei giorni scorsi si è scatenato un linciaggio mediatico nei confronti di alcuni infermieri che sarebbero finiti in rete e colpiti da una serie di insulti e accuse «di una gravità inaudita – va avanti La Porta – che non riguardano solo il loro modo di operare nella struttura, ma viene messa in discussione anche la loro onestà e a tutto c’è un limite. E se non c’è iniziamo a darlo».I

Al contrario di quanto si possa pensare, «i controlli sul nostro personale sono continui – fa presente Romana Bacchi, direttore del distretto sud-est – e posso dire senza timore di essere smentita che questo è un Ospedale che funziona molto bene. Ci sono stati episodi particolari, ma rispetto al numero di pazienti che entrano ed escono ogni giorno direi che siamo più che soddisfatti. Il problema è un altro. Ci sono persone che da tempo scrivono e fanno affermazioni pesanti sui social, puntando il dito su medici e personale. Mettere in dubbio a priori quello che scrivono? Certo che no, ma come responsabile devo capire». Ecco quindi che il direttore ha contatto una per una queste persone, invitandole ad un confronto e a fare denuncia. «Quasi tutte sono letteralmente sparite, hanno chiesto scusa e cancellato i commenti. Questo dimostra che tra il virtuale e il reale c’è una voragine che va colmata e noi dobbiamo lavorare proprio su questo». Il motivo è facilmente intuibile: «Dobbiamo portare le persone a tornare a fidarsi di noi. Basta screditare, basta colpire alla cieca perché così i primi a rimetterci sono i pazienti».

Diritti del malato

Dall’altra parte c’è chi da sempre lotta per vedere riconosciuti diritti del persone malate. Tra questi Tiziana Gelli: «Tante volte pazienti e familiari vengono trattati nella maniera sbagliata. Ci son parole da usare, gentilezze da non trascurare e soprattutto tatto. Cosa che manca, lo posso assicurare. Invece di Facebook, ci sono però gli uffici preposti ed è il caso di usarli».

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