Aperto Ambulatorio Infermieristico di Educazione terapeutica e prevenzione a Piacenza

Dal 7 aprile scorso, i pazienti del reparto di Cardiologia dell’ospedale di Piacenza, una volta dimessi, sono seguiti dal nuovo Ambulatorio dedicato all’attività di educazione sanitaria, che li aiuterà a prevenire la recidiva dell’evento acuto.
Professionisti infermieri dell’Unità Coronarica che li avranno già avuti in carico durante il ricovero: si tratta di un importante esempio della tanto auspicata continuità assistenziale, volta ad accompagnare il malato nelle diverse fasi del suo bisogno. Case management puro, insomma, cioé, governare l’iter assistenziale garantendo cure personalizzate, per restituire la massima autonomia possibile al malato.
L’attività dell’Ambulatorio, coordinato da Ursula Corvi, è promossa da Maria Tansini, Tiziana Auletta e Gianluca Lisè: infermieri, che, formati dai Luoghi di Prevenzione di Reggio Emilia, seguiranno, fino a un anno dalla dimissione, i pazienti che hanno avuto un infarto del miocardio, malattia che, oltre tutto, comporta notevoli costi al Ssn.
Secondo l’Istat, in Italia, la percentuale d’invalidità cardiovascolare è alta e solo all’Usl di Piacenza i dati 2015 rilevano 204 pazienti dimessi con diagnosi attinenti. La Regione Emilia Romagna propone un percorso assistenziale portato avanti da un team infermieristico, organizzato così: a un mese, incontro individuale per il controllo dei parametri clinici, interventi educativi generali sui fattori di rischio con individuazione degli obiettivi di salute, verifica della aderenza alla prescrizione farmacologica; a tre e nove mesi chiamata telefonica al paziente per la verifica dello stato clinico del paziente, degli obiettivi di salute individuati durante l’incontro a un mese rispetto ai fattori di rischio e di eventuali problematiche/chiarimenti riguardo all’iter di cura in generale con eventuale indirizzamento ai servizi proposti e eventuale segnalazione al cardiologo dei casi problematici; a sei e a un anno, un incontro individuale speculare a quello ad un mese, sempre in concomitanza della visita medica, per la verifica del raggiungimento dell’obiettivo di salute con eventuale indirizzamento ai servizi preposti.
 
Fonte: IPASVI