Oncofertilità: audizione FNOPI alla Commissione Affari Sociali

Il 23 Aprile scorso si è tenuta un’audizione FNOPI alla Commissione Affari Sociali della Camera in merito ai centri dell’oncofertilità.

Nel comunicato stampa FNOPI si legge: “Gli infermieri, per la natura stessa della loro professione, hanno una posizione di vicinanza continua al paziente e rivestono una funzione fondamentale in tutte le fasi del percorso oncologico, dalla presa in carico al follow up.

L’intervento della Federazione vuole esporre il contributo che la professione infermieristica può offrire. Fermo restando che l’unico approccio valido ed applicabile alla salute riproduttiva in contesti oncologici debba essere necessariamente di tipo multiprofessionale, sottolineiamo come il ruolo dell’infermiere in questo processo non possa e non debba essere sottovalutato.

La FNOPI ha citato anche il testo aggiornato del Codice Deontologico delle Professioni Infermieristiche, entrato in vigore a marzo 2025 nel quale viene rimarcato, a partire dall’articolo quattro, la centralità del gesto di cura che diventa dimensione relazionale qualificata a garanzia dell’esito e della qualità di vita.

Si ribadisce la valenza e l’utilità, in termini clinico assistenziali di una presenza infermieristica sin dalle prime fasi della diagnosi e trattamento per assicurare che tutte le opzioni di preservazione della fertilità siano presentate, esplorate, comprese e condivise con i pazienti. La proattività deve essere considerata come il cardine su cui si basa l’interazione con il paziente, il motore della prevenzione e della tutela dell’applicazione della best practice per la promozione dell’oncofertilità nei pazienti a rischio.

Se vogliamo che la preservazione della fertilità diventi realmente parte integrante dell’assistenza oncologica è indispensabile valorizzare e rafforzare il ruolo degli infermieri, offrire loro strumenti e legittimazione può fare la differenza non solo nel percorso di cura, ma anche nella qualità di vita futura di questi pazienti”.

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.