Ruolo dell'infermiere durante l'endoscopia

In base al Dlgs del 24 febbraio 1997, n. 46 gli endoscopi sono classificati come “dispositivi medici”. Gli endoscopi consentono di visualizzare strutture anatomiche interne; la trasmissione dell’immagine avviene attraverso una struttura rigida o flessibile. Le componenti principali degli strumenti sono una unità di controllo, un tubo di inserzione che collega lo strumento alla fonte di luce e un sistema ottico. Prima dell’esecuzione dell’esame l’infermiere deve preoccuparsi di fornire tutte le indicazioni per la preparazione all’esame e deve verificare che sia tutto chiaro al paziente. Inoltre prima dell’esame vanno controllate le attrezzature e i farmaci necessari e va verificato che sia disponibile l’occorrente per affrontare eventuali urgenze.
L’endoscopia moderna nasce nel XIX secolo, grazie alla rivoluzione tecnologica che ha creato l’opportunità di sviluppare e migliorare in modo significativo le possibilità diagnostiche e chirurgiche derivanti dall’utilizzo degli endoscopi. Tale evoluzione ha coinvolto molte delle specialità mediche, alcune delle quali si sono affermate proprio grazie alle possibilità offerte dai mezzi endoscopici, come per esempio l’otorinolaringoiatria. Nel tempo si è assistito a un incremento delle procedure endoscopiche interventistiche nella chirurgia generale e in branche specialistiche della medicina (urologia e otorinolaringoiatria). Dai dati riportati dall’Associazione Nazionale Operatori Tecniche Endoscopiche (ANOTE), si stima che in Italia vengano eseguiti circa 1.300.000 interventi l’anno, tra gastroscopie e colonscopie, sia diagnostiche sia operative.1 In base al Dlgs del 24 febbraio 1997, n. 46 gli endoscopi sono classificati come “dispositivi medici” poiché rispondenti alle caratteristiche definite dal decreto stesso: “… strumento, apparecchiatura, apparecchio, sostanza o altro prodotto usato da solo o in combinazione, destinato dal fabbricante a essere impiegato nell’uomo a scopo di diagnosi, prevenzione, controllo, trattamento di malattie o lesioni…”.
Attraverso gli endoscopi si possono visualizzare strutture anatomiche interne; la trasmissione delle immagini avviene attraverso una struttura rigida (utilizzata principalmente nelle citoscopie, atroscopie, laparoscopie) o flessibile (fibroscopi e videoscopi). Negli endoscopi tradizionali, come per esempio i fibroscopi, il sistema ottico, costituito dall’oculare e da lenti, è posto sulla punta; negli endoscopi avanzati (videoscopi) la telecamera è posta nell’estremità distale dello strumento e l’immagine è trasmessa a un videoprocessore. Entrambi gli strumenti sono dotati di fibre ottiche che permettono l’illuminazione. Nell’impugnatura sono presenti i comandi per l’orientamento dell’endoscopio, per l’aspirazione, l’irrigazione e l’insufflazione. Le componenti principali degli endoscopi sono una unità di controllo, un tubo di inserzione flessibile e un cavo che collega lo strumento alla fonte di luce, al sistema aspirazione/irrigazione ed eventualmente al processore di immagini. Nel cavo flessibile è presente il canale in cui si inseriscono gli strumenti quali pinze di biopsia, cannule eccetera che consentono di attuare le procedure chirurgiche. L’utilizzo degli endoscopi richiede un’accurata conoscenza della loro struttura, delle componenti e del funzionamento.
L’assistenza infermieristica a un paziente che deve essere sottoposto a procedure endoscopiche prevede la collaborazione alla preparazione e all’esecuzione dell’esame. Nella fase di preparazione è importante verificare (a seconda dell’esame endoscopico) che le indicazioni relative alla dieta, all’alimentazione, all’eventuale sospensione della terapia siano state comprese chiaramente. Una corretta ed efficace informazione consente di ridurre l’ansia, favorendo una maggiore compliance da parte del paziente.
Alla presa in carico del paziente, si devono verificare i dati anagrafici e la preparazione intestinale (se l’esame lo richiede). Prima dell’esame vanno controllate le attrezzature e i farmaci necessari e verificato che sia disponibile l’occorrente per affrontare eventuali urgenze. Vista la possibile variabilità del materiale necessario, si deve fare riferimento a protocolli e procedure specifiche del Servizio. Durante l’esame, oltre a rilevare i parametri vitali, si deve rassicurare il paziente, aiutarlo ad assumere la posizione più idonea, somministrare eventuali farmaci, osservare i sintomi, fino alla dimissione o al trasporto in reparto. L’operatore sociosanitario, sotto la supervisione dell’infermiere, collabora ad alcune attività assistenziali. Il DLgs del 28/09/1990 prescrive che tutti i pazienti siano considerati una potenziale sorgente di infezione e che tutti gli strumenti utilizzati vengano decontaminati e trattati.
Il comportamento degli operatori in endoscopia è l’elemento cruciale nella prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza. Le principali misure preventive sono raccomandate nelle precauzioni standard da adottare nei confronti di tutti i pazienti durante l’assistenza. Gli operatori dei servizi di endoscopia devono essere addestrati e formati per aderire alle misure di igiene standard e presso i servizi di endoscopia dovrebbero essere applicati protocolli e procedure basati sulle prove scientifiche disponibili.
L’inosservanza delle raccomandazioni non solo espone i pazienti a un rischio infettivo, ma potrebbe portare anche a una errata diagnosi, a causa della presenza residua di materiale organico di un precedente paziente. Gli utilizzatori degli endoscopi hanno la responsabilità di:

  1. verificare che il dispositivo medico sia idoneo all’uso che se ne intende fare e attenersi alle modalità di impiego indicate (eventuale riutilizzo, numero di riutilizzi, modalità di trattamento e conservazione);
  2. non riutilizzare dispositivi monouso;
  3. documentare gli interventi manutentivi previsti;
  4. segnalare tempestivamente al Ministero della Salute, tramite la Direzione sanitaria/Farmacia ospedaliera, qualsiasi disfunzione e qualsiasi carenza dell’etichettatura o delle istruzioni per l’uso di un dispositivo che possono causare problemi a pazienti e utilizzatori.

 
Fonte: EBN e Zinga “Quesiti Clinico-Assistenziali”

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