La prima canzone sugli infermieri fatta da un infermiere

Questa è la prima canzone che parla di INFERMIERI, fatta da un infermiere, per gli infermieri, ma si rivolge ad un pubblico più vasto perché i problemi del mondo del lavoro sono uguali per tutti.
La canzone nasce anche per dare voce a chi non ne ha e mettere in evidenza le difficoltà che oggi si riscontrano in ambito lavorativo.

79 Comments

  1. Fin quando scrivete canzonette non si andrà in nessun posto. Squallido e niente di più. Punto uno non siamo infermieri professionali ma bensì ,infermieri con formazione universitaria. Se non siamo abbastanza visibile e considerati adesso capisco il perché. Dovrebbe essere radiato dall’albo, perché io come infermiera mi sento presa in giro e derisa da un infermiere che si definisce ancora “professionale ” I medici non scrivono canzonette e impiegano la loro energia in modo produttivo. Impiegano il nostro tempo ed energia per farci valere e lottiamo affinché avvenga il cambiamento. Vergognatevi per averla scritta, cantata e messa tramite web.

    • Capisco sei nata universitaria, io 25anni fa ero semplicemente con 2 superiore, oggi, non credo di essere migliore o peggiore di chi ha un’ altra formazione, ho solo trasposto in musica una realtà che evidentemente non ti appartiene, per il resto anche i medici fanno musica , mai sentito parlare di un cardiologo che si chiamava Iannacci?

      • Caro Paolo,io non mi vergognerei cosi’ tanto come Graziella,anzi hai avuto coraggio di dire le cose come stanno scrivendo una canzone pure piacevole.Forse la primissima parte della canzone che riduce la missione infermieristica in un approccio solo salariale l’avrei evitato, E’ vero che oggigiorno bisogna pur lavorare, pero’ e sottolineo pero’ , qualcuno puo’ aver fatto l’infermiere ” professionale” o infermiere con formazione universitaria come dice graziella,( altrimenti si incazza) ancora per vocazione, visto che la fantasia non ti manca avresti potuto trovare qualcosa di meglio per presentarci ai nostri pazienti. comunque complimenti e bravo.

        • Ciao Massimo, intanto grazie per il tuo intervento, nella canzone ho descritto la mia realtà da 25 anni a questa parte, è il mio vissuto !
          Probabilmente ad un primo ascolto sfugge che si tratta di un dialogo tra un vecchio infermiere ed uno giovane, avvenuto tanti anni fa, il contesto che voglio sottolineare e che il tempo passa ma le cose ahimè peggiorano, nonostante tutto “saprai sempre cavartela in ogni modo, imparerai ad appendere una flebo ad un chiodo , ti troverai anche a fare la differenza tra la vita la morte e la speranza…. come dire ci possono spezzare ma non piegare….il fatto che sono diplomato come infermiere professionale , che mi possano rendere equipollente etc…, per me non cambia uno status reale, la canzone sta ottenendo il risultato sperato in bene o viceversa scuote le persone!!! Se avete, piacere te compreso ,ho scritto altre cose tutto sulla rete pubblicato ed edito…Ciao Collega!!!

      • Bravo Paolo Traversa……i miei complimenti! IO non sono infermiera anche se lavoro come amministrativa in un ‘Azienda Ospedaliera ma ho visto i sacrifici di mio marito per studiare e conseguire il diploma di laurea ( oggi Laurea in scienze infermieristiche ) ed un altro anno ancora per caposala ed ancora e non ultimi per carità ma i turni massacranti che faceva…..e che fate . Complimenti per il vostro lavoro!!!!

    • “Il peggior nemico dell’infermiere è l’infermiere stesso”, e tu cara Graziella ne sei l’esempio…..da 40 anni io mi sono battuto e mi batto per la causa infermieristica,(e ho pagato duramente e personalmente questa mia scelta), e non è come dici la definizione “professionale”(peraltro per tua conoscenza ho anch’io “la laurea” conseguita dopo il diploma regionale) o meno o una “canzonetta” come la chiami tu, i signori medici sono una grande e potente lobby(non lo sai?) sono dappertutto nei posti che contano, (dal governo in giù fin nei consigli di quartiere) anno secoli di storia alle spalle e la “fama” di “guarire” e sono mooolto attenti hai loro interessi tanto attenti che oggi una buona parte di essi fà più attenzione a monetizzare che a curare, e ben pochi sono Medici con la M maiuscola, e se permetti il mio giudizio dopo 43 anni di servizio attivo è più valido delle tue considerazioni. Io ho aprezzato questa canzone, e apprezzerò tutto quello che può in una maniera o nell’altra attirare l’attenzione su questa professione (meravigliosa) per valorizzarla e per ottenere la giusta considerazione per essa, (cosa che peraltro i medici hanno il terrore che avvenga) a loro va bene l’infermiera bella disponibile che esaudisce e scatta ad ogni loro cenno, insomma una serva!
      Tu non hai idea dell’indignazione che hai scatenato in me! la tua supponenza è immensa come l’ignoranza del popolino! Mauro

    • Cara Graziella solo per il motivo che hai detto “non siamo” infermieri professionali ma infermieri con una formazione universitaria… di sei descritta in tutta la tua ignoranza e e poverta’ di contenuti .. stai criticando questa canzonetta dove ha descritto la realta’ delle cose e grazie a agli “infermieri professionali” senza formazione universitaria che tu hai acquisito dei diritti… ricordalo… io inveterei te a vergonarti prima per sentirti superiore a chi ne sa piu di te professioanalmente perchea te chi ti ha insegnato mediante il tirocino a svolgere questa professione sono stait proprio quelli che non hanno una formazione universitaria da tanto elogiata la pratica e il tuo mestiere te l’abbiamo indegnata noi sia a te sia ai medici…cara….ti ricordo che non esistono piu infermieri laireati e non stiamo allo stesso livello il settimo e tu non sei superiore a nessuno ,,,,no ru vuoi paragonarti ai medici ma sei sicura di essere allo stesso livello??? lo stipeendio che hai con tutti i diritti acquisiti devi ringraziare proprio i vecchi infermieri che ti hanno preparato il terreno e il piatto pronto.. sinceramente ti dico che se la formazione universitaria ti ha ridotta in questo stato sarei la prima a radiarti dall’alboe immediatamente VERGOGNATI!!!!

    • sappi che anche se sei universitaria la tua qualifica come dipendente è Collaboratore professionale sanitario infermiere. i medici non hanno bisogno di scrivere canzonette per farsi sentire hanno già tutti i loro diritti riconosciuti. hanno tutti i privilegi sei ore a settimana di formazione retribuita, possono lavorare presso le aziende e svolgere attività privata, percepire la pensione e continuare a tenere uno studio privato, guadagnano bene, pensa che il minimo annuo di un medico supera i 50mila euro l’anno noi infermieri ce li sogniamo,eccc ecc.
      in che modo si protesta o si mandano messaggi è una libera scelta. è un infermiere non un cantautore
      altrimenti si sarebbe chiamato bennato…………..per dire.
      cose giuste dette con la forma d’arte più immediata ed universale. la prossima volta fatevi aiutare da un musicista e da mogol cosi riuscirete a colpire anche i palati più fini.

    • Ma stai zitta va…… tu e i tuoituoi commenti siete inutili…non meriteresti nemmeno di fare questo lavoro viste le tue priorità

      • Graziella Ma stai zitta va…… tu e i tuoi commenti siete inutili…non meriteresti nemmeno di fare questo lavoro viste le tue priorità

    • Graziella, ma che dici credi solo tu alla storiella dell’infermiere laureato. Io vedo Solo sfruttamento da ogni parte, in Corsia, all’Università, nei Collegi. Anni fa per fare il Corso Regionale ti pagavano oggi devi pagare e anche caro per frequentare le Università, e per queste è solo un business altamente redditizio, dove ci sono buttati a insegnare tutti, cani e porci, per cosa darti poi? Nella maggior parte dei casi la disoccupazione o la schiavitù dentro una cooperativa a partita iva. Io più che una crescita sto vedendo un’involuzione della professione, siamo, ausiliari, Oss e Infermieri, nei reparti facciamo tutto noi, dalle cure igieniche, al rifacimento dei letti, alla somministrazione dei farmaci. Non ci rispetta nessuno, siamo i primi ai quali dare la colpa. Lavoriamo giorno e notte, di festa, per uno stipendio che è superiore a quello di un Oss di appena 100 euro. Che hai da incavolarti, per le parole Infermiere Professionale o solo Infermiere? Io non la vedo la differenza! Invece mi fanno incazzare i colleghi come te che nei reparti se la tirano come se fossero astronauti invece che infermieri! Abbassa le arie, probabilmente ti sei laureata da poco oppure hai appena finito il tuo master, per questo sei gasata, oppure lavori in una rianimazione o una terapia intensiva, dove si sentono tutti superiori perchè sanno usare un ventilatore, anche se ci metti una scimmia dopo tre mesi sa usarlo. Te ne accorgerai con il tempo che cos’è il lavoro che ti sei scelta e allora abbasserai la cresta! Soddisfazione poca, ernie tante! Questo collega ha fatto una canzone talmente vera che dovrebbe diventare l’inno della Professione se non la Bibbia. Perchè offendere? Ah sono laureato anch’io, questo, però non ha mai minato la mia umiltà cosa che vedo che con te questo purtroppo non è accaduto, ma dovrebbe essere la base!Spero di non lavorare mai con te!

    • Su Graziella non essere così drastica. E’ un modo per mettere in evidenza le nostre difficoltà e limiti con un poco di ironia. Altri strumenti per protestare ci sono e vengono utilizzati in altre sedi. Tu cosa fai per mettere in evidenza i nostri problemi? Addirittura vergognarsi e radiazione dall’Albo?? Ma stavi scherzando? Ti senti presa in giro da un infermiere? E magari continui a votare gli stessi politici che ci tengono al guinzaglio con uno stipendio inadeguato. E poi non ti fissare sul termine “professionale”, mai sentito parlare di licenze poetiche? Magari serviva per fare rima.

    • Grazie, il nostro lavoro ho provato a trasporto in musica, esistono altre canzoni da me scritte ed edite sul nostro lavoro, tutto su YouTube, sul mio canale Paolo Traversa, Vi aspetto, un sentito ringraziamento a questo network!!!

  2. siete miticiiiii! dovrebbe andare anche su radio e tv…come nostra canzone di battaglia e protesta! Bravissimi! siamo con voi!!! tutti insieme in un unico coro!

    • possiamo riuscirci con il vostro aiuto, fate girare su internet la canzone, in tal modo non potranno fare finta di niente, dobbiamo scassare i timpani con i click!!!

    • è stato promosso dall’ipasvi di Genova, non tutti forse sul piano Nazionale hanno capito e/o gradito.
      Il presidente genovese Carmelo Gagliano e tutta la struttura credono nelle risorse nuove, benchè io non sia più un giovane ha dato peso ad un modo alternativo di fare luce sul nostro mondo infermieristico, servono riflettori in questa società , siamo da sempre al buio è ero di uscire, anche attraverso l’arte!
      Mi ripeto condividete , fate girare il messaggio siamo 500.mila in Italia!!!

  3. bravissimo e bravi tutti se tutti Noi ci impegnassimo anche in questo campo e negli altri e tutti uniti , cosa che non siamo, anche nel nostro lavoro quotidiano potremmo essere una forza perchè se non erro non ci sono o forse un infermiere nel parlamento italiano ed invece quanti medici ci sono,
    Le polemiche sono sterili siamo infermieri ora c’è la Laura breve si è vero ma ogni giorno lavoriamo nello stesso modo e ripeto non siamo uniti in poco e niente ed è questo il nostro grande problema.

    • non è un pezzo di carta che ci unisce o ci separa, ma la stessa trincea in cui ogni giorno ci pone davanti agli stessi nemici o amici…
      il pretesto della canzone è appunto di raccontare cosa ha trasmesso un ipotetico anziano ad un giovane, mettendo in luce le problematiche che si ripetono nel tempo.
      In parlamento se non sbaglio oltre all’On. Silvestro ex presidente Ipasvi Nazionale, ci sono altri 5 infermieri, in altri schieramenti, ne ho solo sentito parlare, credo che questo sia frutto di una loro campagna non improntata ad aiutare la nostra professione…che peccato , che spreco!!!
      Grazie per il tuo intervento!!!

  4. buonasera, innanzitutto complimenti per la song. simpatica e purtroppo reale. per la collega laureata, anche io sono laureato, ma forse si sta esagerando un po con il fatto di sentirsi superiori ad infermieri che sono da 30 anni in corsia, perche è vero magari non avranno le nostre basi a livello teorico ma sopperiscono a cio con l’esperienza e la manualità perche sfido chiunque a dire che nei nostri corsi si faccia tanta pratica. Io dalla mia esperienza posso dirti che di teoria se ne fatta a gogo ma di pratica non si è fatto chissa che! Qui ci dobbiamo rendere conto che siamo tutti sulla stessa barca e forse dovremmo essere uniti magari facendoci aiutare dal collega piu esperto su alcune cose e magari insegnare noi al collega qualcosa che lui non sa! il tutto sempre per erogare la migliore assistenza possibile al malato!

  5. Un testo che fa capire, con parole alla portata di tutti quanti, che i problemi di disoccupati e lavoratori sfruttati sono accomunanti, e pochi usufruiscono dei diritti che spetterebbero alle varie qualità degli uomini, spesso messe in ombra dal preponderare dei problemi personali e dalla sofferenza non sempre gestibile…Così, la musica, è una piacevole ballata in tempo medio, che anche ci unisce in una coralità di persone che devono sempre di più, capire che tutti hanno il diritto di vivere, cantare e sognare

    • Grazie Fabrizio, sei uno dei pochi che è intervenuto pur non essendo infermiere, il tuo punto di vista a mio avviso diventa ancora più interessante!!!

  6. anche io sono 30 anni che lavoro, in maniera divertente hai espresso un disagio che ogni anno che passa è sempre più forte. Turni massacranti, articolo 49 del Codice Deontologico che ci ha spinto al demansionamento costante (visto la carenza di personale di supporto). Come te mi sento più Infermiere allora che nei gironi nostri. Aumentata la responsabilità senza la giusta Autonomia e senza il vero riconoscimento sociale bloccato oltre che da noi stessi (ammazzeremmo il collega per uno straordinario in più) dal Collegio che oramai vive sempre più lontano dalla realtà della sanità e che ha permesso la nascita delle cooperative che dequalificano la nostra Professione (8 euro ora meglio andare a stirare), dai nostri parlamentari fatti essenzialmente da Medici che hanno paura e ci schiacciano la testa. Grazie per il sorriso regalatomi.

  7. Penso che l’autoironia sia una particolare forma di intelligenza e che aiuti molto ad affrontare i problemi che si devono affrontare quotidianamente. Vorrei pero’ attirare l’attenzione su un’altro problema, una inconcepibile discriminazione professionale: il contratto AIOP RSA private!!!! Una paga base inferiore di € 400, turni massacranti, personale sempre più’ ridotto e lo spettro continuo del licenziamento. Ma non siamo anche noi infermieri professionali laureati? Siamo un piccolo esercito che non ha avuto la fortuna di trovare un lavoro in ospedale!!!! Posso pero’ assicurare che i carichi di lavoro e le responsabilità non sono affatto inferiori e chi ci lavora lo sa bene!!!!! Come si possono permettere discriminazioni di questa gravita’?????

    • Ciao Mirella , la sanità è come la divina commedia ogni girone ha le sue regole, è pazzesco si parla tanto di umanizzazione nella sanità, ed i primi alienati siamo noi che ci lavoriamo , subendo continue discriminazioni anche tra pari , dividi et impera” cazzo se funziona!!!
      lo sanno bene… speriamo di capirlo anche noi, prima o poi!

  8. ciao Paolo….bella canzone complimenti…..ma devo chiederti un favore, nella prossima canzone inserisci anche noi O.S.S. …lo so che non siamo “nessuno” per molti, ma siamo il vostro valido aiuto in tutte le occasioni….ti auguro una buona giornata e ti mando un abbraccio

    • Ciao Claudia, siamo tutti nella stessa barca, penso che se non riusciremo a remare tutti insieme non arriveremo da nessuna parte e continueremo a restare nella palude in cui ci troviamo.
      Oss ed infermiere o viceversa , si lavora insieme e si dovrebbe lottare insieme!

  9. La signora Graziella ? Si vergogna non si fa più sentire ? Anche io sono infermiere da 43 anni e tuttora in attività, quando io nel 1987 ero a Roma ad un convegno dove si parlava dell’infermiere del 2000 e della formazione universitaria la signora Graziella ancora non sapeva se da grande avesse fatto L’infermiera.
    Paolo seguita così sei GRANDE.

  10. grazie Andrea, siamo tutti ,anche chi non sa di esserlo, parte di una grande famiglia, INFERMIERI, dobbiamo solo imparare a rappresentarci nelle sedi dove si leggifera, dobbiamo noi scrivere le leggi, basta subire quelle scritte da altri sulla nostra pelle, andiamo in parlamento!!!!

  11. Io quando leggo certi commenti mi chiedo :ragazzi ma la gente riesce ad avere una volta tanto un po di sana ironia?? È mai possibile che la gente non riesca a vivere e apprezzare le cose per quello che sono (una simpatica satira orientata più verso un siatema lavorativo e politico malfunzionante, piuttosto che direttamente verso la professione infermieristica) gente dimostriamo il nostro valore nelle corsie a fianco dei pz o a contatto con le altre figure profesaionali, invece di sentirsi perennemente presi di mira quando non ce n’è motivo su..un pó di buon senso. ..mamma miaa…

  12. Grazie per la canzone ci voleva per risollevarmi il morale… anch’io svolgo la professione da quasi 30 anni e non è cambiato una virgola !!! Tengo a sottolineare che indipendentemente dal diploma/laurea siamo dei professionisti e come tali dobbiamo pensare prima di tutto a fare bene il nostro lavoro con competenza e “umanità” nonostante tutto…. anche se può essere frustrante.

    • Che bello ,ogni tanto sentire che si apprezza l’auto ironia mi fa stare bene….
      se avrai tempo e voglia fai un giro sul web ad ascoltare le altre mie canzoni anche sulla nostra professione!

  13. Bellissima! Questa è vera informazione, non quella che ci propina la stampa. Vi propongo un mio recente pensiero…
    Sono un infermiere…
    Alfredo Di Pietro – Tuesday, April 26.
    Il grande Carmelo Bene definì una certa stampa come una “schifezza”, lo era allora e lo è ancor più oggi, virulentata dall’estrema velocità con cui le notizie raggiungono tutti. Certi TG continuano a battere il ferro (dell’Audience) sinché è caldo. Ma è un ferro che sembra non volersi raffreddare mai a quanto pare. Sono nauseato dagli scoop sugli infermieri killer, su quelli che picchiano e martirizzano i pazienti. Sui sanitari incompetenti, sulle malefatte della Sanità tutta che da loro viene spesso presentata come una fonte di errori, negligenza e cattiverie.
    Io sono un infermiere, lavoro in un reparto di Hospice, a me e ai miei colleghi spesso malati e parenti danno l’appellativo di “angeli”. Lo confesso, a volte questa definizione mi fa sorridere. Non mi sento un angelo, sono semplicemente una persona che cerca di far bene il suo lavoro. Tuttavia per il malato che soffre è importante crederlo, qualche volta il suo sguardo tra lo spaurito e l’implorante mi fa capire l’importanza dell’appoggio che a lui offro e io voglio fortemente che chi ho di fronte in quel letto creda che io sia davvero un angelo, senza virgolette e con tutto il cuore.
    Questo sono anche gli infermieri ma la stampa non lo dice, impegnata com’è a seguire la linea di un lercio spiare dal buco della serratura, un piccolissimo ovale dov’è possibile vedere solo una ristrettissima parte di verità, escludendo lo sguardo verso un mondo enormemente più vario e positivo. Ma questa visione orba dei contorni, che pure esiste, viene amplificata da certa stampa la quale, come giustamente diceva Derrida e ribadiva Carmelo Bene, informa i fatti, non sui fatti. Ecco perché non mi sorprende se un paziente e i suoi cari entrano in una corsia d’ospedale prevenuti, mi guardano talvolta con sospetto, presaghi di chissà quali disavventure. Ma è un sentimento che, nella stragrande maggioranza dei casi, dura un battito d’ali. Presto il malato si rende conto che quella propinata dai giornali e di chi sta al loro soldo è una realtà distorta, che ingigantisce l’acaro attaccato al pelo e non vede l’integrità di una situazione sana alle radici.
    Non sono nato infermiere ma oggi più che mai mi sento motivato a farlo, a distruggere questa cortina di fumo velenoso di cui certi personaggi vogliono circondarci. Mi verrebbe una voglia matta di parlar male dei giornalisti che diffamano, distorcono la verità, servi di qualche padrone che sta sopra di loro e li muove come se fossero dei burattini. Vorrei parlare di una macchina perversa che ha come scopo degli utili e fa leva su certe percezioni morbose che inevitabilmente catturano l’attenzione della gente. Ma no… non lo farò… sono un umilissimo infermiere al servizio del malato. Non altro. Anzi, voglio diventare sempre più piccolo, sparire davanti al mondo per entrare solo e soltanto nel cuore di una persona che soffre, al riparo dal clamore di certa stampa.

  14. bravoooooo ma e io chiederei di fare il bis con una che parla delle nuove leve …..che il contratto sottopagato lo vedono come una chimera e saranno partite iva o schiavi delle coop a vita.

  15. EVVIVA——-SE SI SCENDESSE IN PIAZZA SAREBBE IL NOSTRO INNO…..MI PIACE LA CONSIDERO UNA FORMA DI LOTTA…..ALMENO QUALCUNO HA IL CORAGGIO DI RACCONTARE L’EMOZIONE DI UN LAVORATORE IMPORTANTE PER LA SOCIETA’….SE NESSUNO CI CONSIDERA E’ SOLO PERCHE’ NON SIAMO UNITI A DIFFERENZA DEI MEDICI….MI PIACEREBBE SENTIRE QUESTA CANZONE ALL’ENTRATA DI OGNI LUOGO DI CURA——

    • Ciao Paola, grazie per l’entusiasmo, per fare quanto dici basta condividere la canzone con i propri contatti usando i canali che offre internet, al resto basta il passaparola, la mia canzone nasce proprio con il proposito di stimolare alla reazione, non è un prodotto commerciale, è GRATIS scaricabile dal mio canale youtube, soprattutto per i colleghi INFERMIERI!!!

  16. Salve sono laureata da un anno ma vorrei dare un mio piccolo pensiero…. prima di tutto volevo rispondere a Graziella…. cara Infermiera come tu decantato tanto… se non fosse stato per gli infermieri professionali in corsia che stanno da 30/40 anni li a sgobbare noi universitari saremmo delle capre, ignoranti e dei grandi scanzafatiche che il pz lo dimenticano nel letto con la pupi che gli arriva fino al collo…. scendi un po dal piedistallo che ti sei creata perché noi non siamo come il Padre Eterno, ti hanno raccontato troppe favole all’ università….
    PAOLO che dire bellissima canzone è vera raffigurazione di quella che è la società di oggi… purtroppo noi nuova generazione non veniamo sfruttati come si deve e voi vecchia venite spremuto come limoni… gente come te può cambiare le cose, facendoci sentire e facendo sopratutto valere i nostri diritti

    • ciao Roberta, siamo tutti in gioco, l’unione farebbe la forza…..ma a quanto pare farebbe….ci impedisce di fare!!!
      un bacio a te e alla tua gioventù ! forza infermieri dobbiamo lavorà e cambiare in meglio la situazione!!!
      ci vuole una vera rappresentanza politica che porti avanti le nostre istanze!!!

  17. Bravo, ben fatto è inutileche ti criticano finalmente un infermiere con i requisiti al posto giusto(; @)), bravissimo !

  18. Personalmente l’ho trovata carina, orecchiabile e sopratutto è un motivetto che ti entra in testa ed è simpatica!!
    Bravo Paolo!
    credo che tu abbia toccato il nocciolo dei nostri problemi, salario basso, riconoscimento pressoché nullo e vincoli contrattuali.
    È vero che il problema degli infermieri, in primis, sono gli infermieri stessi, tendiamo sempre a star zitti, non ci facciamo sentire e ci nascondiamo sempre dietro al “se non lo fa lui perché devo farlo io”, per cui trovo un’ottima iniziativa questa canzoncina! Almeno è un’ inizio!
    È vero che non siamo più chiamati infermieri professionali ma sono davvero queste le cose importanti? Io mi sento professionale. Non ne sono offesa. Faccio il mio lavoro con amore e io la professionalità c’è la metto tutta!
    Concentriamoci sui veri problemi della nostra professione non su come ci chiamiamo! Non so voi ma io ai miei pazienti mi presento con il nome non con il titolo di studio!

    • Ciao Marica, ti ringrazio , la questione dell’infermiere professionale è legata al passato, ovvero in questa canzonetta, io racconto il mio spaccato di vita di ormai 28 anni fa, ovvero nel 1989 quando cominciai il primo anno di scuola regionale professionale per infermieri a Genova Ospedali Galliera…prima C….
      Mamma mia quanto sono invecchiato, avevo neanche 18 anni…
      Al di la del tempo trascorso i problemi irrisolti sono aumentati non ultimo ricordo che quando scrissi e poi venne prodotta la canzone ,il jobs act non c’era ancora… l’art. 18 era ancora un punto fermo…e se andiamo avanti così mi toccherà scrivere ancora qualcosa di peggio ainoi!!!!

  19. Ciao Paolo, e complimenti per l’idea, nonchè per la musicalità (qui parla l’appassionato di musica). Anche io come tanti, appartengo alla nuova generazione infermieristica, quelli che iniziano col Dott. ma che alla fine, in corsia fanno quello che fate voi. Noi FORSE E NON TUTTI, abbiamo un pò di teoria in più nella testa ed una preparazione teorica più ampia, voi avete l’esperienza, quindi che equipollente sia, perchè se noi possiamo spiegare un tecnicismo a voi, voi di conto potete insegnarci come sopravvivere in una corsia senza andare in burnout. Ovviamente questo riferito a chi riesce a lavorare, come precisi nella tua canzone, oramai non si lavora proprio più, infatti più che dottori in infermieristica, molti di noi, me compreso, siamo passeggiatori in infermieristica (che meditano l’estero).
    Un appello ai miei colleghi pari titolo di studio: Non tiriamocela troppo, in corsia le divise bianche, noi infermieri, diploma o laurea che sia siamo tutti uguali; persone con pari dignità, e tanto spirito di sacrificio, mia madre è un infermiera professionale ed a lei devo una parte della mia preparazione che il corso di laurea col cavolo che ti da, un conto sono i libri, un conto è la corsia! Possiamo farci chiamare dottori, infermieri professionali, “‘nfimmeri” nel mio dialetto, e qualche idiota ogni tanto per insultarci ci chiama “attacca flebo” ma la realtà è una sola: Siamo un unico corpo, un elite ospedaliera che non asciuga dove passa il medico ma collabora attivamente, ricordate sempre e se non mi credete, chiedete a chi ha 20 anni di carriera sulle spalle:
    Un infermiere da solo tiene una corsia con 30 pazienti, un medico no. Quindi noi di cantare, con tutto il rispetto ma ce lo possiamo permettere. I medici di superiore a noi han due cose:
    1: Ci mettono molti piu anni a laurearsi
    2: Prendono uno stipendio ingiustificatamente spropositato al nostro in merito a qualità e quantità di lavoro.
    Perchè, per chi difende sempre i medici, ammettetelo su; nessuno di voi ha mai visto un medico fagliare su una vena più di una volta quando voi o un vostro collega avreste preso l’accesso venoso a colpo secco? Ad ognuno il suo signori, ed il nostro mestiere lo sanno fare solo un tipo di persone. Noi.

    • Ciao Daniele, personalmente ritengo che lo stipendio dei medici sia giusto, è il nostro che è ingiustificatamente BASSO, che non corrisponde al grado di RESPONSABILITA’ che ricopriamo, poi le capacità dei singoli sicuramente fanno la differenza, ma a livello professionistico ognuno abbia il suo; a loro la clinica a noi l’assistenza …

  20. E ‘ prpprio vero che nessuno è profeta in patria,il collega infermiere voleva solo mettere in risalto la nostra situazione,pessima aggiungerei, e tutti giù a giudicadre dall’alto scranno della santa inquisizione,non giudicare o sarai giudicato a talune colleghe predico umiltà e più rispetto per qualcuno che ha fatto qualcosa per smuovere le acque,buon lavoro a tutti.

  21. Caro Paolo sono rosario e da 25 anni che faccio pronto soccorso e da circa un anno in rianimazione , con questa canzone ha descritto la pura e sana realtà….degli infermieri tutti , tranne quelli con puzza sotto il naso.

  22. CARISSIMO PAOLO, COMPLIMENTI INNANZITUTTO! A PARTE QUALCHE COLLEGA CON”LA PUZZA SOTTO AL NASO!” E QUALCHE “SACCENTE” AVREBBE FATTO DI MEGLIO, PERMETTIMI DI DIRTI: LA VERA ARTE E’ UNICA ESPRESSIONE DI SE STESSI! TUTTA QUELLA CON SPUNTI PRESI DA QUESTO E DA QUELLO, NON HA NIENTE DI UNICO O DI ARTISTICO! EPPOI: SE EJA SBAGLIA’…SBAGLIA CA CAPA TOJA E NO CU CHELL’ E LL’AT’!

  23. Grazie, andrò ad ascoltare, rilancio ricordando anche il pezzo del Califfo, Pasquale l’infermiere,…, O lo stesso De Gregori che in generale in una strofa ricorda la figura delle infermiere…, Insomma qualcuno ogni tanto si ricorda anche di noi…..

  24. Grazie Paolo. Hai racchiuso la nostra professione in una canzone auto ironica.Dobbiamo essere più uniti tra di noi e lottare x un obiettivo comune.

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