E’ indetto concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo indeterminato di trenta posti di infermiere, area dei professionisti della salute e dei funzionari (di cui nove posti riservati al personale in congedo dalle Forze armate). Il termine per la presentazione delle domande, corredate dai documenti prescritti, scade alle ore 12,00 del trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami».

Il testo del relativo bando con l’indicazione dei requisiti e delle modalità di partecipazione ai concorsi è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia n. 16 del 16 aprile 2025.

Per ogni informazione gli interessati possono rivolgersi all’ufficio concorsi dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Lodi – P.zza Ospitale 10 – Lodi – tel. 0371/376245 – 0371/376246 – 0371/374522- 0371/376449 – orario al pubblico dal lunedì al venerdì dalle ore 10,00 alle ore 11,00 e/o visitare il sito internet www.asst-lodi.it – pagina «Bandi/Concorsi» – «Bandi di concorso».

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.