Una sentenza definita già storica quella che ha visto coinvolti gli Infermieri dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza.
Il tribunale ha riconosciuto il diritto ai buoni pasto ai dipendenti che lavorano di notte, esattamente come chi lavora di giorno. Una causa fortemente sostenuta dal sindacato Nursing Up ha portato al riconoscimento del diritto al buono pasto per ogni turno lavorativo superiore alle sei ore, anche se svolto in orario notturno. La sentenza ha inoltre stabilito un risarcimento complessivo pari a oltre 48.000 euro per i lavoratori coinvolti, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria, come ristoro economico per anni di trattamento penalizzante e sistematico disconoscimento di un diritto elementare. La cifra, pertanto, è destinata a crescere ulteriormente.
Come riportato dal comunicato stampa del Nursing Up: “Il Tribunale ha ribadito che il buono pasto, anche se in forma sostitutiva rispetto al servizio mensa, è uno strumento assistenziale a tutela della salute dei lavoratori, e che la sua negazione – in presenza di turni superiori alle sei ore – configura una violazione degli obblighi contrattuali e dell’art. 2087 c.c.
Una pronuncia limpida, che inchioda le responsabilità e fa giustizia per anni di omissioni. Oggi un Tribunale dà voce a chi veglia la notte nei reparti. I diritti non si chiedono in ginocchio: si conquistano con la legge e si difendono con determinazione.
Nursing Up è già al lavoro per estendere la battaglia legale su scala nazionale: decine di azioni simili sono in fase avanzata in altre regioni. Quella di Cosenza è solo la prima di molte sentenze che faranno storia.
Un buono pasto negato a chi garantisce l’assistenza notturna è il simbolo di un sistema che va rifondato. E noi, quella rivoluzione, la stiamo già scrivendo a colpi di sentenze”.