Negli ultimi mesi sono davvero tanti gli infermieri che, nonostante un contratto a tempo indeterminato nel pubblico, decidono di licenziarsi per tentare altre strade lavorative, meno gravose.
Ma non solo: sono tantissimi anche quelli che si laureano e scappano subito dal nostro Paese per cercare la carriera e le soddisfazioni lavorative in Svizzera, Arabia Saudita e via dicendo dove, certamente, la figura infermieristica viene valorizzata e la crescita professionale è un dato di fatto.
Intervistata dal quotidiano NordEst24 Loredana, dopo anni di lavoro come infermiera, ha preso la decisione di abbandonare la professione, trovando lavoro come segretaria e “tornando finalmente a vivere una vita normale”.
Loredana descrive gli anni di lavoro come infermiera come un “periodo buio della sua vita” che l’ha spinta al fenomeno (sempre più presente tra il personale sanitario, ndr) del burnout. Nell’intervista si legge: “Il lavoro in ospedale era diventato insostenibile. Turni notturni, weekend lavorativi, e la costante pressione di dover essere sempre pronta, sempre all’altezza. Non avevo più tempo per me stessa, né per la mia famiglia.
E poi non parliamo dei richiami in servizio durante le malattie dei colleghi o le telefonate mentre ero a casa in riposo per rientrare al lavoro dopo la notte. Non si poteva rifiutare, altrimenti non eri più nelle condizioni di chiedere ‘cambi turno’ ai colleghi e al coordinatore.
Ogni turno era una sfida, non solo fisica ma anche mentale. Ero esausta e, nonostante l’amore per il mio lavoro, sentivo che stavo perdendo me stessa. Me ne sono accorta durante, ma soprattutto dopo la pandemia, quando la direzione sanitaria ci trattava come pedine, non più professionisti, ma esecutori di compiti e tappabuchi.
Speravo che questo modus operandi cambiasse dopo l’emergenza che abbiamo vissuto nel 2020, ma così non è stato, anzi, avevano scoperto che potevano fare molto con poche risorse chiedendo di più e pagandole uguale. Molte delle mie colleghe e colleghi la pensano come me, ma non hanno il coraggio di andarsene o, spesso, non hanno altre opportunità lavorative”.
L’emergenza Covid che non ha fatto altro che peggiorare una situazione lavorativa ormai arrivata al limite da anni di tagli continui. Molti speravano che finalmente potessero arrivare delle sostanziali modifiche ai contratti e all’attività lavorativa infermieristica ma non è arrivato altro che sfruttamento.
La scelta di lasciare la professione infermieristica, per Loredana, non è stata per nulla facile ma non tornerebbe più indietro. Ad oggi è una persona diversa, è rinata: “All’inizio avevo dei dubbi. Non sapevo se sarei stata in grado di adattarmi a un lavoro diverso. Ma ora, posso dire con certezza che è stata la scelta migliore che potessi fare. Finalmente vedo le persone, gli utenti, e posso rispondere serenamente, non sono più così nervosa e stanca.
Economicamente guadagno di meno, ma ho già ricevuto delle offerte di lavoro nel privato che sto valutando. Ora avrei il tempo di integrare lavorando anche in altri servizi o ambulatori. Per ora quello che conta è rallentare ed uscire da quella centrifuga dove mi ero rinchiusa.
Il lavoro di segretaria è meno stressante, più regolare, e mi permette di avere del tempo per me stessa. Ho ritrovato un equilibrio che credevo di aver perso per sempre. Finalmente posso godermi la vita senza quella costante sensazione di ansia e fatica”.
Quanti di voi si rispecchiano nelle parole di Loredana e vorrebbero cambiare lavoro?