La colla ciano acrilica nella gestione degli accessi vascolari

Riportiamo un’interessante revisione integrativa della letteratura pubblicata sul periodico di informazione “Infermiere Oggi” a cura dell’OPI di Roma sulla colla ciano acrilica nella gestione degli accessi vascolari.

I cateteri venosi sono ampiamente utilizzati nell’ambiente ospedaliero e, nel tempo, sono diventati sempre più indispensabili per il processo clinico assistenziale, nonostante in letteratura si rilevi un tasso di fallimento pari al 50% durante la vita del dispositivo (1). Il catetere vascolare, infatti, è destinato comunemente all’infusione di
farmaci, liquidi e nutrienti, ma il suo impiego riguarda anche procedure diagnostiche, di monitoraggio emodinamico, procedure dialitiche o aferetiche, prelievi ematici (2). Considerata la sua versatilità nella pratica clinica, il dispositivo vascolare deve essere scelto accuratamente affinché si adatti all’indicazione clinica che ne ha implicato il suo posizionamento.

Un catetere venoso, tuttavia, non è scevro da complicanze, quali: trombosi venosa da catetere, complicanze meccaniche da dislocazione del catetere sul suo tratto extra-vascolare, complicanze emorragiche, complicanze infettive. E spesso la causa del fallimento del catetere venoso risiede nella tipologia di fissaggio (1). La scelta delle tecniche di fissaggio rientra nelle pratiche di una buona gestione del catetere vascolare, affidate alle competenze ed abilità dell’infermiere a livello internazionale (3). L’infermiere si occupa dal posizionamento alla rimozione dei dispositivi venosi, inclusa la loro gestione, e deve essere in grado di conoscere quale sia il miglior catetere vascolare, valutare i fattori di rischio intrinseci ed estrinseci, le possibili complicanze che potrebbero insorgere e, quindi, come ridurle in modo da aumentare la permanenza in sede del dispositivo e migliorare gli outcome assistenziali (3, 4).

Negli anni, le linee guida internazionali hanno raccomandato l’abbandono della tradizionale tecnica dei punti di sutura per l’ancoraggio dei dispositivi vascolari, correlata a importanti rischi sia per l’operatore che per il paziente, quali il rischio di puntura accidentale, il rischio infettivo e di dislocazione (Linee Guida Infusion Nursing Standard INS, 2021; Linee-guida Center for Disease Contro CDC of Atlanta, 2011).

Il CDC di Atlanta (2011) e le Infusion Nursing Standard (2021) raccomandano con maggiore evidenza per fissaggio del catetere intravascolare di utilizzare, nella pratica, clinical suture-less devices, come il sistema StatLock®, il dispositivo SecurAcath® e il sistema di fissaggio integrati alle medicazioni Tegaderm® (5). Esistono diverse tipologie di stabilizzatori in commercio, ma, dal 2007, grazie a Wilkinson, è stata implementata la colla ciano acrilica (già era impiegata dopo piccoli interventi chirurgici per chiudere le incisioni cutanee) per la chiusura del sito di uscita del catetere venoso centrale (CVC) (6).

Infatti, dal 2007 in avanti, la colla ciano acrilica è stata introdotta progressivamente nella pratica clinica per la stabilizzazione del dispositivo, per sigillare il sito di uscita e per chiudere le incisioni cutanee necessarie per l’inserimento di cateteri tunnellizzati o totalmente impiantati (7). Diversi studi ed esperienze cliniche hanno testato la colla per la stabilizzazione dei dispositivi vascolari, evidenziando anche una possibile influenza sulle infezioni del punto di emergenza, un risparmio dei costi e del tempo infermieristico (7). Non è ancora ben chiaro, invece,
quando ne sia consigliato l’utilizzo e come possa influenzare gli esiti correlati al dispositivo venoso, come la sua durata in sede, funzionamento e comparsa di complicanze. Inoltre, precedenti Revisioni si sono concentrare esclusivamente sull’applicazione della colla ciano acrilica solo su alcuni dispositivi venosi, come quelli centrali (1).

Si è voluta condurre questa Revisione della letteratura proprio allo scopo di analizzare i risultati degli studi clinici e Revisioni della letteratura circa l’uso della colla ciano acrilica nella pratica clinica della gestione di tutti gli accessi vascolari, i suoi vantaggi, le indicazioni e le controindicazioni se rilevate.

È stata condotta una Revisione integrativa della letteratura, seguendo la metodologia PICO per la definizione del quesito di ricerca (8) (Tabella1), la metodologia di Whittemore e Knalf (2005) per la sintesi integrativa (9) e la checklist Preferred Reporting Items for Systematic reviews and Meta-Analyses (PRISMA) per la conduzione e la scrittura della Revisione (10). Le domande che hanno guidato la ricerca sono state: nella gestione degli accessi vascolari, quali sono i risultati dell’impiego della colla ciano acrilica? Esistono delle indicazioni o controindicazioni al suo utilizzo?

Strategia di ricerca

La Revisione della letteratura è stata effettuata sulla banca dati PubMed e Scopus. La stringa di ricerca definita utilizzando la metodologia PICO per la banca dati, è stata la seguente: (“peripherally inserted central catheter” OR PICC OR “Vascular access device” OR “Midline” OR “Central venouscatheter”) AND (“cyanoacrylat” OR “glue”).

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