Giannoni: “Infermiere lavoro che non piace più. Stipendi bassi e carichi enormi”

Il coordinatore regionale Toscana del sindacato infermieristico Nursind è tornato a parlare della carenza di Infermieri sia per quanto riguarda la regione in questione che per l’Italia. Nelle ultime settimane le notizie di infermieri che hanno deciso di abbandonare il nostro Paese per mete più appetibili (da un punto di vista economico) si sono riversate a catena su tutti i quotidiani.

Nell’intervista realizzata da “La Nazione, Giampaolo Giannoni, ha affermato: “Dopo la pausa estiva, tutti i servizi sono stati riaperti e, data la cronica scarsità di personale, i sanitari sono costretti a continui rientri per garantire i servizi. Così, le aziende sanitarie ricorrono alle cosiddette prestazioni aggiuntive, che finiscono per pesare sui bilanci, anche se in un capitolo di spesa diverso rispetto alla voce ‘personale’ e per questo non interessato dai tetti di spesa. Al sindacato sono arrivate segnalazioni di personale infermieristico costretto a lavorare nell’arco della stessa giornata sia la mattina che la notte per coprire i turni, pratica vietata ormai da anni dalla normativa.

La situazione più difficile è però probabilmente quella dell’Ausl Toscana Centro, dove almeno fino a fine anno non sono state previste né autorizzate assunzioni di infermieri. Qui spesso non vengono rinnovati neppure gli interinali, che potrebbero dare un po’ di respiro al personale. Altrettanto critico il quadro all’Azienda ospedaliera universitaria pisana, dove mancano 100 infermieri”.

E sulla scarsa appetibilità della professione ha affermato: “La nostra professione prevede ormai carichi di lavoro insostenibili, stipendi non adeguati e progressioni di carriera inesistenti. Tutti aspetti che ci preoccupano soprattutto in prospettiva, quando a questa scarsità di forze fresche si affiancheranno i pensionamenti”

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.