Infermiera si punge con una siringa di un pz con Epatite C e muore dopo 15 anni: maxi condanna per l’ASL

Un fatto accaduto nel lontano 1997, precisamente a Natale, quando una collega, durante il giro letti, fatalmente si punse con un ago utilizzato per somministrare la terapia ad un paziente portatore di epatite C. La siringa era rimasta senza protezione nel letto ed era particolarmente difficile vederla tra le lenzuola. Fu proprio in quel momento che E.P. (queste le iniziali del suo nome e cognome) avrebbe contratto il virus, ammalandosi. La donna morì 15 anni dopo, proprio a causa dell’Epatite C.

L’ASP, con una recente condanna, dovrà risarcire la famiglia della vittima con oltre un milione e 600 mila euro per i danni patiti dall’ex collega. La sentenza non fa altro che confermare quella del tribunale di 3 anni fa, che aveva ottenuto lo stesso esito. Questa volta il ricorso dell’ASP è stato nuovamente respinto e, in più, l’azienda dovrà risarcire la famiglia per le spese di giudizio.

I giudici di primo e secondo grado hanno ritenuto, sulla base della consulenza tecnica, che non ci fossero dubbi sul nesso tra l’incidente capitato all’infermiera e la successiva malattia che, 15 anni dopo, l’avrebbe portata al decesso. Questi sono i motivi alla base della condanna che l’ASP dovrà corrispondere alla famiglia di E.P.

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