Arriva il Caring Nurse: l’Infermiere che in PS si prende cura della comunicazione

Se ne è parlato molto finché la nuova figura del Caring Nurse è stata introdotta ufficialmente all’interno del Pronto Soccorso dell’Ospedale Niguarda di Milano. Un Infermiere che si occupa di comunicare con i pazienti in attesa, i parenti dei pazienti in attesa e che trova posto all’interno della Sala d’Attesa per rispondere alle innumerevoli richieste.

Questa nuova figura sarà attiva tutti i giorni dalle ore 7 alle ore 21 nel PS e farà anche da da “mediatore” tra i medici del reparto di emergenza e chi aspetta. E’ una sorta di infermiere specializzato in Pubbliche Relazioni che riesce a muoversi adeguatamente all’interno degli spazi del Pronto Soccorso in modo da fornire le notizie cliniche e dare risposte ai quesiti che gli vengono posti.

Fino a ieri, infatti, questo ruolo veniva svolto da volontari che, ovviamente, non avevano l’esperienza e la formazione di un Infermiere e che, spesso, non riuscivano a fornire risposte soddisfacenti e tranquillizzanti. Da qui è nata l’idea del Niguarda di istituire questa figura professionale.

L’obiettivo è diminuire il più possibile la conflittualità con pazienti e familiari, che possono portare a veri e propri episodi di violenza e aggressione in pronto soccorso: secondo l’ultimo report dell’Agenzia di controllo del sistema socio-sanitario lombardo, negli ospedali regionali in un anno le aggressioni a medici e infermieri sono state oltre 17 mila in un anno. 

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.