Piano Nazionale di Governo: a che punto sono le Regioni?

Al fine di garantire una maggiore accessibilità del Servizio Sanitario Pubblico da parte dei cittadini, il 21 febbraio 2019 lo Stato, le Regioni e le Provincie Autonome hanno approvato mediante la stipula di una specifica Intesa il Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa per il triennio 2019-2021.

Tra le novità introdotte dal Piano vale la pena ricordare: la fissazione dei tempi massimi di attesa per tutte le prestazioni e non più solo per una piccola parte; in caso di tempi massimi non rispettati saranno attivi percorsi di tutela per il cittadino volti a garantire la prestazioni nei tempi giusti e in un ambito territoriale di prossimità, senza costi aggiuntivi rispetto al ticket e senza dover fare più tanti chilometri; le persone con malattia cronica non dovranno più uscire dalla struttura ospedaliera senza la prescrizione e senza la prenotazione, il cittadino sarà quindi preso in carico automaticamente dal SSN; la possibilità di accedere alle strutture durante le ore serali e nel fine settimana; il blocco dell’attività libero professionale in caso di superamento del rapporto tra la stessa attività in libera professione e quella in regime istituzionale  e/o di sforamento dei tempi di attesa massimi individuati dalla Regioni; il coinvolgimento delle Associazioni dei cittadini nelle campagne di comunicazione e nel monitoraggio periodico dei piani delle ASL; massima trasparenza per le agende di prenotazione, più controlli e verifiche.

Tutto questo però per diventare effettivo e quindi “entrare nelle case delle persone”, necessita almeno di tre passaggi fondamentali: 

• le Regioni, entro 60 giorni dalla stipula dell’Intesa e cioè entro il 22 aprile 2019, devono recepire formalmente il Piano Nazionale e adottare un proprio Piano Regionale di Governo delle Liste di Attesa, il quale deve poi essere trasmesso al Ministero della Salute entro 30 giorni dalla sua adozione; 

• le ASL, entro 60 giorni dall’adozione del Piano Regionale di Governo delle Liste di Attesa, adottano il proprio Programma Attuativo Aziendale;

• l’istituzione, entro 120 giorni dalla stipula dell’Intesa, dell’Osservatorio Nazionale sulle Liste di Attesa con il compito di affiancare le Regioni nell’implementazione del Piano, di monitorare l’attuazione degli interventi previsti, di rilevare le criticità, di uniformare i comportamenti anche al fine di superare le disuguaglianze.

Il 22 aprile ormai è arrivato e le Regioni a che punto sono nel processo di recepimento formale del Piano Nazionale e di adozione del proprio Piano regionale?

Attraverso una prima e rapida ricognizione svolta anche sul web (terminata il 19 aprile), le realtà regionali che sembrerebbero aver dato notizia del recepimento del Piano Nazionale (entro il 22 aprile) sono solo una parte e in particolare: Puglia, Marche, Emilia Romagna, Valle D’Aosta. 

La Basilicata ha scelto per il momento la strada di accordi interaziendali aventi ad oggetto il recepimento del Piano Nazionale. 

Il Veneto e la Toscana invece dovrebbero procedere a strettissimo giro con il recepimento.   

Alcune delle Regioni non citate potrebbero aver già recepito e non dato comunicazione all’esterno, altre certamente saranno al lavoro per recepirlo a breve, altre ancora, invece, saranno più in ritardo. Proprio per questo, al fine di garantire l’effettività delle decisioni che lo Stato e le Regioni assumono, nonché pari opportunità di cura in tutto il Paese, sarebbe necessario che il Ministero della Salute, proprio per il suo ruolo di indirizzo, coordinamento e di verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza, avviasse da subito una ricognizione stringente nei confronti delle Regioni sullo stato di recepimento del Piano Nazionale di Governo delle Liste di attesa e sull’adozione dei Piani Regionali, nonché sui motivi dei rallentamenti.  

Un altro aspetto importante sul quale occorre mantenere alta l’attenzione è il riparto tra le Regioni dei 350 milioni di euro stanziati con l’ultima Legge di Bilancio (150 milioni di euro per l’anno 2019, 100 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021) per l’implementazione e l’ammodernamento delle infrastrutture tecnologiche legate ai sistemi di prenotazione elettronica per l’accesso alle strutture sanitarie. 

Tali risorse dovevano essere ripartite tra le Regioni secondo modalità individuate con decreto del Ministro della salute, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, da adottare entro sessanta giorni dalla data di entrata in vigore della stessa legge Bilancio. 

Ad oggi ancora non si ha alcuna notizia in merito al riparto e il ritardo accumulato rispetto alla tabella di marcia indicata dalla Legge è già pari a 1,5 mesi.

L’effettiva e tempestiva attuazione in tutte le Regioni del Piano nazionale di Governo delle liste di attesa, del Piano Nazionale della Cronicità, il rilancio degli investimenti nelle politiche del personale sanitario, l’innovazione dei modelli organizzativi del SSN, nonché la garanzia di un adeguato finanziamento del Servizio Sanitario Pubblico sono alcuni dei tasselli necessari per garantire una maggiore, più tempestiva ed equa accessibilità ai servizi sanitari. Temi, quelli dell’accessibilità e dell’equità, sui quali si gioca la fiducia dei cittadini nei confronti della Sanita Pubblica. 

Tonino Aceti Portavoce Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche 

FNOPI