Milazzo, ospedale al collasso: la carenza di Infermieri è ormai cronica

Problemi e gravi criticità organizzative nel reparto di Ortopedia e traumatologia dell’ospedale Milazzo, dove a fronte di una utenza sempre più numerosa il personale resta molto risicato.

Il Nursind di Messina ha scritto al commissario dell’Asp per denunciare ancora una volta la carenza di personale a fronte di una crescente richiesta di assistenza da trauma. La segreteria territoriale guidata da Ivan Alonge e il responsabile del presidio Antonello Celi spiegano ad esempio che il numero di infermieri è insufficiente considerato che sono in servizio 16 unità di cui 2 riservate esclusivamente alla sala gessi. E ancora, carente risulta il personale di supporto considerato che a fronte di sei unità previste è in servizio un solo Oss. Eppure il personale si trova davanti a molteplici attività legate ai servizi di ambulatorio, pronto soccorso ortopedico e pre-ospedalizzazione.

A ciò va associata la riduzione dell’attività ortopedica nei presidi di Patti e Sant’Agata Militello, con trasferimento di pazienti presso Milazzo.

Il Nursind – spiegano i sindacalisti – vogliono mettere in evidenza la continua emergenza a cui viene assoggettata la figura infermieristica che, nonostante la buona volontà, non riesce a garantire uno standard di assistenza adeguata, a causa del forte squilibrio e per il rilevante aumento di pazienti ultraottantenni, classificabili come “grandi anziani” e quindi più complessi per la presenza di “demenza senile” o per la “comorbilità”, pregiudicando le capacità di attenzione alle quotidiane attività lavorative a causa del sovraccarico e del ritmo frenetico, imprimendo un aumento del  rischio di commettere errori con possibili effetti anche gravi. Considerato che con sentenza della suprema corte di Cassazione – prosegue il Nursind – si evidenzia la assoluta necessità di non svilire il ruolo del professionista infermiere con compiti e mansioni inferiori, è ormai ritenuto consolidato che il personale di supporto è necessario affinché l’infermiere pianifichi e gestisca gli interventi assistenziali”.

Tra l’altro, spiega ancora il Nursind, la legge prevede che ”durante il lavoro notturno il datore di lavoro assicura un livello di servizi equivalente a quello diurno” quindi la presenza di personale di supporto è auspicabile. Resta scontato che tali criticità comportano delle ricadute sulle attività assistenziali ordinari e alle volte d’urgenza, che vengono rallentate o rinviate, con ripercussioni sulla sua professionalità demansionandolo o dequalificandolo”. Per questo il Nursind auspica un intervento del commissario immediato e “l’adozione di provvedimenti mirati alla risoluzione delle criticità per garantire l’efficienza di un servizio fondamentale reso a favore della collettività”.

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