OTA scambiato per Infermiere in un articolo con accuse gravi

Non bastano gli innumerevoli errori commessi nel corso di questo ultimo anno quando, per comodità dei giornalisti o per pure ignoranza, il termine Infermiere si usa impropriamente per sostituire quello di OSS, Assistente sanitario, Ota e via dicendo. E quello che potete trovare qui sotto è l’ennesima prova. Girovagando per il web abbiamo trovato questo articolo dal titolo “L’Infermiere ci palpeggiava e toccava le parti intime” che pubblichiamo integralmente qui giù.
“Potrebbero essere più di tre le donne vittime dell’infermiere arrestato dai poliziotti della squadra mobile di Viterbo. Le indagini degli agenti della sezione reati contro la persona proseguono proprio in questo senso, per accertare o escludere altri episodi di violenza sessuale presumibilmente commessi dal paramedico.
Dall’alba di martedì un ota, ovvero un operatore tecnico addetto all’assistenza, di una casa di cura del Viterbese è ai domiciliari su disposizione del gip di via Falcone e Borsellino. E davanti al giudice, accompagnato dal suo difensore, dovrà comparire nelle prossime ore per l’interrogatorio di garanzia. L’arrestato è un 26enne viterbese.
La procura, che tramite la pm Eliana Dolce ha coordinato le indagini, gli contesta la violenza sessuale aggravata e continuata. Vittime tre donne. Tutte 40enni e non viterbesi, erano ricoverate nella casa di cura quando il giovane infermiere avrebbe abusato di loro. “Approfittando – secondo i poliziotti – della sua qualifica di operatore tecnico addetto all’assistenza”.
Gli episodi sarebbero avvenuti la scorsa estate, e consisterebbero in molestie sessuali verbali, palpeggiamenti e sfioramenti di parti intime. A far scattare le indagini è stata una delle tre donne, che a fine settembre si è rivolta agli agenti della squadra mobile per denunciare gli abusi. “L’infermare mi ha palpeggiato e sfiorato nelle parti intime”, avrebbe raccontato. Da lì la ricostruzione di altre due violenze e l’arresto del 26enne.
I poliziotti diretti da Donato Marano in una manciata di giorni sono riusciti a risalire all’identità dell’infermiere. E ora stanno continuando le indagini, per accertare o escludere altri episodi di violenza sessuale presumibilmente commessi dal paramedico. Perché le vittime, secondo gli inquirenti, potrebbero essere più di tre”.
Una delle cose che saltano subito all’occhio è il fatto che chi ha scritto l’articolo conosce bene l’indagato (un OTA) ma continui ad utilizzare la parola Infermiere. Abbiamo già provveduto a segnalare questa cosa, fatelo anche voi.

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