Legnago: partito il progetto "Adotta un futuro Infermiere"

Garantire un alloggio a prezzi contenuti ai futuri infermieri. E, allo stesso tempo, consentire agli anziani ultrasessantenni di Legnago di sentirsi meno soli, ospitando nelle loro case gli studenti che frequentano i corsi universitari organizzati all’ospedale «Mater salutis». Sono questi gli obiettivi principali del progetto «Adotta un futuro infermiere», varato nei giorni scorsi dalla Giunta del sindaco Clara Scapin. Il programma di «coabitazione solidale» tra anziani e universitari fuori sede, che replica iniziative analoghe già sperimentate con successo a Milano, Firenze e Bologna, diventerà operativo nelle prossime settimane, quando sarà firmato l’accordo di partenariato tra Palazzo de’ Stefani e l’Università degli studi di Verona. L’ateneo scaligero, difatti, gestisce il corso di laurea in Infermieristica creato nel 2000 ed ospitato nel polo dell’Ulss 9 Scaligera.
Tale facoltà conta in città 250 studenti, di cui 80 iscritti al primo anno. Il progetto, che decollerà nel corso di quest’anno accademico 2018-’19, includerà la collaborazione del consorzio «Solco» di Verona, dei circoli cittadini «Auser Gente Comune» e «Filo d’argento», oltre che delle organizzazioni sindacali dei pensionati Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil. Le attività del patto saranno rivolte ai 7.700 residenti di Legnago che hanno oltre 60 anni. «La metà dei ragazzi che frequentano la facoltà di Infermieristica», evidenzia Donatella Ramorino, assessore alle Politiche sociali, «proviene da fuori città, in molti casi anche da fuori regione. Per l’affitto di un alloggio o di una stanza, questi studenti devono sostenere una spesa considerevole, che spesso grava pesantemente sull’economia delle loro famiglie. Allo stesso tempo, i costi di mantenimento di un’abitazione preoccupano pure la popolazione con più di 60 anni, visto che spesso i proprietari anziani hanno alloggi di metratura superiore alle loro necessità. Nel caso degli inquilini in affitto, il canone mensile è spesso elevato.
A Legnago non sono presenti strutture universitarie o comunali di appoggio ai giovani che studiano fuori sede». «Il progetto», aggiunge il sindaco Scapin, «offre la possibilità di far incontrare gli anziani autosufficienti, singoli o in coppia, con uno studente. In cambio dell’accoglienza del giovane, i pensionati riceveranno un esiguo rimborso spese ed una forma di collaborazione del ragazzo nella vita di tutti giorni, da definire in fase di sottoscrizione del patto di coabitazione, con vantaggi per entrambi». «Ciascun studente», puntualizza Ramorino, «oltre al risparmio economico, continuerà a vivere in un ambiente familiare adeguato e potrà affrontare serenamente gli studi». L’accordo di «coabitazione» potrà essere sciolto in qualsiasi momento per volere di una od entrambe le parti. La permanenza del giovane nell’alloggio sarà di un anno accademico, con possibilità di essere rinnovata a condizione che lo stesso sia regolarmente iscritto all’università.
«Tale progetto», rimarca l’assessore, «riveste un forte significato, poiché il modello di coabitazione favorisce la solidarietà e lo scambio di esperienze tra generazioni. Si tratta di un segno di accoglienza da parte della città, che ha tutto l’interesse a favorire la frequenza della facoltà che prepara i futuri operatori del nostro ospedale». I residenti della terza età interessati all’iniziativa dovranno rivolgersi al circolo Auser di via XXIV Maggio. Una volta che avrà ratificato l’accordo, l’università si occuperà di segnalare gli studenti potenzialmente interessati. Il Comune, dal canto suo, oltre a coinvolgere circoli ed associazioni sindacali e a monitorare il progetto, si impegnerà a mettere a disposizione personale specializzato nella mediazione di eventuali conflitti che potrebbero sorgere tra anziani e studenti ospitati.
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