Infermiere prescrittore: se n'è parlato al Congresso Nazionale

Infermiere prescrittore? Le parole del direttore generale Aifa, Mario Melazzini, ineterventuto al Congresso nazionale della Federazione degli Ordini delle pòrofessioni infermieristiche, ha acceso un dibattito tra porfessioni, che si è basato tuttavia su interpretazioni diverse dalle affermazioni del Dg Aifa.
In questo senso Melazzini ha affermato che “il problema centrale dell’assistenza sanitaria è quello della presa in carico integrale del paziente, del suo inserimento e accompagnamento all’interno di un percorso terapeutico in cui giocano un ruolo importante tutte le diverse figure dei professionisti sanitari.

In questo scenario  – prosegue Melazzini con una nota pubblicata sul portale Aifa – gli infermieri sono fondamentali nel rapporto quotidiano con il malato e costituiscono una figura di riferimento per garantire l’aderenza terapeutica e la sostenibilità del sistema, evitando trattamenti inappropriati e conseguente spreco di risorse pubbliche.
L’infermiere, nella mia visione, svolge un ruolo da co-protagonista e un cambiamento nell’approccio culturale alla professione potrebbe consentire di allargarne ulteriormente gli orizzonti, così come accade in altri Paesi europei.
Ad esempio, nel Regno Unito, l’infermiere ha la possibilità di prescrivere un numero ristretto e ben definito di farmaci, nel contesto di un piano clinico paziente specifico dopo diagnosi medica. Altra esperienza di rilievo è quella della Spagna, in cui non si parla mai di prescrizione ma di dispensazione di medicinali. L’ordine di dispensazione è il termine utilizzato al posto della ricetta medica.
Nel nostro Paese – aggiunge ancora il Dg Aifa – allo stato attuale la norma di riferimento (d.lgs. 219/2006 – titolo VI) individua tra i soggetti legittimati a prescrivere il farmaco solamente i medici. Pertanto, qualora si volesse sperimentare un percorso di estensione di questa facoltà, in casi ben definiti e sempre in accordo con il medico di riferimento, sarebbe indispensabile un cambiamento della norma.
Al di là dell’aspetto tecnico e giuridico relativo alla prescrizione credo personalmente che i tempi siano maturi per un confronto di più ampio respiro, tra tutti gli attori coinvolti:  i medici, infermieri, ministero della Salute, Istituto superiore di sanità.
L’obiettivo di questo dibattito – conclude – non deve essere quello di definire i confini e gli ambiti di intervento delle diverse categorie professionali quanto piuttosto individuare soluzioni concrete per migliorare la presa in carico del malato ed offrire una risposta sempre più funzionale alla domanda del bisogno di salute più tempestiva e adeguata”.
Fonte: FNOPI

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