Nuova contrattazione? E' in arrivo una brutta sorpresa

Per gli ultimi nove anni si è trattato di disinteresse ed inerzia: il silenzio ha regnato incontrastato e nessuno ha mai parlato concretamente del drammatico blocco stipendiale, se non con sporadici convegni rimasti sempre lettera morta.
Adesso, dopo nove anni, la situazione peggiora, e il vento elettorale suona l’armonica del contentino.
Nel momento in cui non poteva protrarsi oltre la stasi totale della contrattazione collettiva, il tema del blocco stipendiale è divenuto oggetto di un vero e proprio meschino calcolo, teso a ledere e sottostimare i diritti ed il ruolo dei pubblici dipendenti, perpetuando la grande offesa da loro patita.
È in arrivo una brutta sorpresa. Di quelle che faranno danni che dureranno per anni.
Una contrattazione farlocca, alla quale non ne seguirà nessuna altra più seria per molto tempo.
Sta già avvenendo: la contrattazione nel Comparto della pubblica amministrazione centrale ha riguardato solo 270.000 dipendenti (su un totale di tre milioni e trecentomila, con importi incongrui rispetto agli otto anni di blocco, ed è stata annunziata come una fumata bianca per la contrattazione collettiva.
È, invece, un piccolo sbuffo, per il comparto più piccolo, un malcelato tentativo di tacitare lo sdegno.
La contrattazione preannunziata per il Comparto Scuola promette di essere pericolosa e castrante: si parla di ottanta euro per tre anni, con il rischio che detto importo faccia cumulo con il bonus Renzi.
Con l’ulteriore e più inaccettabile rischio di dover lavorare di più per guadagnare di meno se il monte orario sarà aumentato da quaranta ad ottanta ore.
Il contratto del Comparto sicurezza e difesa è stato di fatto estorto, se i sindacati non lo avessero firmato, avrebbero perso la rappresentatività per poter continuare ad interloquire con il Governo, che ha adottato la strategia “divide et impera”, costringendo un sindacato, che ha di fatto trascinato tutti gli altri.
Le cifre sono talmente basse ed insufficienti a coprire realisticamente il pluriennale blocco, che alcuni hanno pensato di disiscriversi dal sindacato, per risparmiare novanta euro all’anno lasciandole nella propria busta paga, con una evidente macrolesione del proprio diritto sindacale.
Il fumo negli occhi è denso e le cifre lorde offuscano la pochezza di quelle nette, inconfutabilmente non compensative di nove anni di ritardo.
La retribuzione non è un regalo, tantomeno un regalino, è un diritto sacrosanto. Un contratto sbagliato oggi, allontana di tantissimi anni una contrattazione seria e perequativa ed economicamente congrua.
Una contrattazione che sia davvero rispettosa dei diritti degli statali e della loro dignità.
Il disprezzo per nove anni di sacrifici degli statali viene camuffato da proclami di vicinanza agli statali, di comunicati twitteranti il trionfo del diritto, bocche che abusano della parola “aumenti”.
Quando la candelina elettorale sarà spenta, torneranno il silenzio e l’inerzia, peraltro asseritamente giustificati dagli strabilianti “aumenti” concessi, che dovranno bastare per un altro decennio per zittire tutti gli statali, che dovranno andare ogni giorno contenti a lavoro premiati da cotanta abbondanza.
Infermieritalia e AGC – Studio Legale Rocco – Testini depositano ricorsi collettivi contro il blocco stipendiale per la richiesta di risarcimento ed indennizzo per € 13.000,00 a ricorrente.
Per informazioni: http://www.infermieritalia.com/istruzioni-azione-giudiziaria-collettiva-blocco-degli-stipendi-statali/
Modulo di adesione: https://drive.google.com/file/d/0BwZRsbXobttlSDJTaXFiZm0tRUE/view
Modulo richiesta buste paga: https://drive.google.com/file/d/0BwZRsbXobttldDUxTWVHU0psbVk/view
Infermieritalia
e
Avv. Vincenzo Rocco e Avv. Francesca Testini
AGC – Azioni Giudiziarie Collettive
Un Dipartimento dello Studio Legale Rocco – Testini
www.agcsbloccastipendi.com
Linea Diretta: 3929292928

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