Per valutare se il paziente ha una flebite, la gravità della stessa e il tipo di intervento occorre innanzitutto osservare e palpare il sito di infusione. Il dolore è uno dei segni precoci più comuni. Inoltre per valutare il grado di flebite bisognerebbe utilizzare una scala di valutazione standardizzata e documentare il punteggio e la successiva azione intrapresa in base ai segni e ai sintomi rilevati.
Una valutazione infermieristica prevede:

  1. l’ispezione del sito di introduzione del dispositivo venoso per escludere segni di infiammazione o di infezione;
  2. la palpazione del sito per rilevare il calore e/o la presenza di un cordone palpabile lungo la vena;
  3. la rilevazione della presenza di dolore a livello del sito di infusione da parte del paziente.

Come si manifesta la flebite

La flebite si manifesta con i seguenti segni e sintomi:

  • eritema sul sito;
  • arrossamento persistente nel punto di inserimento del catetere;
  • dolore o bruciore nel sito e per tutta la lunghezza della vena;
  • calore sul sito di inserimento;
  • edema che può coinvolgere tutto l’arto;
  • vena indurita (rigida), rossa;
  • cordone venoso palpabile;
  • velocità di infusione rallentata;
  • temperatura di un grado superiore rispetto ai valori basali (ipertermia locale).

Il dolore nel punto di inserimento del dispositivo è il segno iniziale più comune di flebite. Altri segni precoci sono il rallentamento della soluzione infusa e l’arrossamento localizzato, il calore e il gonfiore della cute attorno al sito. Successivamente possono presentarsi segni di infezione locale (presenza di vena “indurita” alla palpazione e di drenaggio purulento) e sistemica (malessere, affaticamento, febbre).
La Infusion Nurses Standards of Practice raccomanda l’utilizzo della scala Visual infusion phlebitis score per valutare il grado di flebite in base ai segni e ai sintomi presenti. Occorre tuttavia segnalare che esistono numerose scale per valutare la flebite ma non c’è ancora consenso su quale sia la scala da preferire. L’utilizzo di scale di valutazione diverse fa sì che non ci siano dati uniformi anche riguardo all’incidenza e alla gravità della flebite.
A tutti i pazienti con un dispositivo di accesso per via endovenosa deve essere controllato il sito per identificare precocemente eventuali segni di flebite. Su un apposito modulo di registrazione occorre documentare il punteggio e la successiva azione/trattamento, la somministrazione di farmaci in bolo e il tipo di soluzioni infuse. Occorre valutare se il paziente nella sua storia precedente ha episodi di flebite, va quindi riportato sulla documentazione se vi sono delle condizioni cliniche che possono aumentare il rischio di flebite (per esempio, ustioni, diabete mellito o altra malattia infiammatoria) e rivedere il tipo di trattamento farmacologico in corso e la via di somministrazione.
Uno studio descrittivo ha proposto l’implementazione di una scala di valutazione standardizzata per determinare l’incidenza di flebite (VIP – Visual Infusion Phlebitis Score). La scala di VIP, come modificato dalla Jackson, è stata utilizzata per valutare oggettivamente il sito di inserzione del catetere venoso periferico (CVP). Il punteggio può variare da zero, che indica nessun sintomo di flebite, a 5, con segni di drenaggio purulento, arrossamento e cordone palpabile superiore a circa 7,5 cm di lunghezza.
 
 
 
Fonte: EBN e Zinga “Quesiti Clinico-Assistenziali”

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