L’infermiere di famiglia è una delle realtà che stanno prendendo piede anche da noi in Italia. Dopo l’Inghilterra e altri diversi paesi sta pian piano prendendo forma questa attività lavorativa che prevede la presenza sul territorio e l’assistenza continua con i presidi ospedalieri e i vari distretti e dipartimenti! L’infermiere di famiglia per migliorare le cure, accelerare la guarigione, gestire al meglio i pazienti cronici, diminuire i ricoveri in ospedale e contenere la spesa sanitaria. Una terapia efficace per combattere le criticità del servizio sanitario arriva dagli infermieri con la presentazione di un dettagliato report del Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica (CECRI) del Collegio IPASVI di Roma. I dati e le esperienze maturate in Italia e all’estero sulla figura dell’infermiere di famiglia e di comunità hanno animato il workshop del 17 novembre scorso presso l’auditorium “Biagio d’Alba” del Ministero della Salute alla presenza di 250 professionisti sanitari. Univoca l’indicazione sui vantaggi del ricorso estensivo a questa figura professionale specialistica nella gestione delle cure primarie e della presa in carico del paziente fuori dall’ambito ospedaliero.
“La carta dell’infermiere di famiglia e di comunità va giocata presto e bene per restituire fiducia ai cittadini nei confronti delle cure primarie – ha chiosato la presidente Pulimeno a conclusione dell’incontro – Tutti i lavori presentati oggi confermano che la soluzione esiste e che è praticabile. Ancora una volta gli infermieri, con senso di responsabilità, producono evidenze concrete e indicano la strada. Attendono ora di verificare la volontà politica di percorrerla fino in fondo”.