4 settimane ago

In esecuzione di provvedimento del Direttore Generale dell’Azienda Zero è indetto concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di n. 12 posti di Infermiere Pediatrico – Area dei Professionisti della Salute e dei Funzionari, a tempo indeterminato da assegnare alle seguenti Aziende Sanitarie Piemontesi (n. 1 posto per ciascuna ASR aderente) e precisamente:

  • ASL TO3;
  • ASL TO5;
  • ASL AL;
  • ASL AT;
  • ASL CN1;
  • ASL CN2;
  • ASL NO;
  • ASL VC;
  • A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino;
  • A.O.U. Maggiore della Carità di Novara;
  • A.O. Ordine Mauriziano di Torino;
  • A.O. Santa Croce e Carle di Cuneo;

oltre alla copertura degli ulteriori fabbisogni che verranno nel frattempo rappresentati dalle singole Aziende Sanitarie.

Le domande di ammissione al concorso, dovranno essere esclusivamente prodotte mediante procedura telematica, pena esclusione, con le modalità di seguito descritte, entro il termine perentorio di 30 giorni, successivi alla data di pubblicazione dell’estratto del presente bando sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, 4^ serie speciale concorsi.

A questo link trovate il bando in versione integrale: Bando

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.