Rapporto Infermieristica Alma Laurea: cresce il numero di laureati e gli occupati

Pubblicato il nuovo rapporto Alma Laurea riguardante la professione infermieristica per l’anno trascorso, il 2024, in merito alla condizione dei laureati e alla ricerca dell’impiego.

Come riportato dal comunicato stampa FNOPI: “Analizzando i numeri, emerge subito un dato di crescita. A un anno dal titolo, l’85,1% dei laureati risulta occupato, con un incremento di oltre 7 punti percentuali rispetto all’anno precedente (77,7%). Più della metà ha un contratto a tempo indeterminato (51,3%) e il tempo medio per trovare lavoro è di appena 2,4 mesi. Le professioni infermieristiche si confermano, quindi, quelle con maggiori possibilità di impiego a ridosso del conseguimento del titolo.

Il 67,5% degli intervistati sostiene di aver notato un miglioramento nel proprio lavoro dovuto alla laurea, a conferma dell’aderenza del percorso di formazione proposto e l’88% riferisce di utilizzare in maniera elevata le competenze acquisite con la laurea. Elementi questi avvalorati dal 97,9% dei laureati per i quali il percorso di studi effettuato è efficace per il lavoro svolto.

Scorrendo il rapporto si nota anche che con gli altri corsi di laurea, Infermieristica condivide tendenze e, in alcuni casi, criticità diffuse. Ne sono un esempio i dati relativi alle esperienze di studio e lavoro all’estero. “La laurea – ha infatti dichiarato durante il suo intervento il presidente di AlmaLaurea, Ivano Dionigi – non è un passaporto ma sempre di più un foglio di via. E rispetto a 10 o 15 anni, quando i giovani smaniavano per rientrare nel proprio Paese, oggi si denota una scarsa propensione a tornare. Rappresentano quindi un capitale che noi regaliamo all’estero in maniera irresponsabile, anche a fronte del calo demografico. Un lusso che l’Italia non si può permettere”.

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.