Varese: assunti 5 infermieri dal Perù, altri 12 in arrivo

Arrivano dal Perù i 5 infermieri selezionati e assunti dall’ASST Sette Laghi di Varese per far fronte alla carenza ormai cronica di personale infermieristico all’interno delle Unità Operative dall’ASST.

Si tratta del terzo gruppo di infermieri provenienti dal Sud America in seguito agli accordi intrapresi dall?Assessore al Welfare della Regione Lombardia, Guido Bertolaso. Con l’assunzione di queste ultime 5 unità, il totale di infermieri reclutati dall’estero sale a ben 24.

Ma non è tutto: entro la fine dell’anno si conta di assumerne altri 12, andando a rinforzare gli organici. Il progetto è stato coordinato dal consigliere comunale alla sanità Guido Bonoldi che ha affermato: “La cosa più bella è poter aiutare giovani che hanno speranze che vengono qui per sviluppare la loro esperienza sia professionale che umana e aiutare il nostro ospedale”.

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.