Infermiere colpito da un pugno in faccia, OPI Brindisi si costituisce parte civile

E’ stato aggredito ieri, 5 Giugno 2025, nell’Unità Operativa SPDC dell’ospedale Perrino di Brindisi.

Un infermiere ha ricevuto un pugno in pieno volto di una violenza inaudita da parte di un paziente ricoverato, subito bloccato dalle Forze dell’Ordine. Il collega è stato poi condotto in Pronto Soccorso dove, dopo aver eseguito tutti gli accertamenti opportuni, è stato refertato con 15 giorni di prognosi.

L’OPI di Brindisi, oltre a denunciare l’accaduto, si è voluto costituire parte civile a fianco dell’infermiere, lanciando un segnale di contrasto a qualsiasi forma di violenza nei confronti degli operatori sanitari. Paola De Biasi, presidente dell’OPI, ha affermato: “Questo ennesimo episodio di violenza è inaccettabile e ci impone di agire con fermezza. La sicurezza degli infermieri deve essere una priorità assoluta e non possiamo tollerare che chi dedica la propria vita alla cura venga esposto a simili rischi. Siamo al fianco del collega aggredito e di tutti gli operatori sanitari, e continueremo a batterci perché vengano garantite condizioni di lavoro sicure e dignitose”.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Latest from Blog

Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.