Concorso 50 Infermieri ASST Valle Olona: al via le domande

E’ indetto concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di cinquanta posti di infermiere – da assegnare alle attività con articolazione oraria sulle 24 ore e su sette giorni alla settimana – Area dei professionisti della salute e dei funzionari – Profili professionali del ruolo sanitario – professioni sanitarie
infermieristiche.

Il termine per la presentazione delle domande, redatte su carta semplice e corredate dei documenti prescritti, scade il trentesimo giorno successivo alla data di pubblicazione del presente avviso nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana – 4ª Serie speciale «Concorsi ed esami».

Il testo integrale del bando, con l’indicazione dei requisiti e delle modalità di partecipazione all’avviso, è pubblicato nel Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia Serie Avvisi e Concorsi del 21 maggio 2025 e sul sito aziendale www.asst-valleolona.it – sezione «Lavora con noi/Procedure aperte». Per ulteriori informazioni gli interessati potranno rivolgersi all’Ufficio concorsi tel. 0331/699209: dal lunedì al venerdì dalle ore 10,00 alle ore 12,30.

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.