Essere Infermiere sull’Amerigo Vespucci: intervista FNOPI a Sandro Di Tuccio

Un’infermiere militare che ha compiuto il giro del mondo sullo storico veliero della Marina.

Stiamo parlando di Sandro Di Tuccio, 53enne, componente della Commissione d’Albo Infermieri della FNOPI e presidente dell’Ordine di Macerata, intervistato proprio dalla FNOPI.

“Quando torna in Italia vado sempre a vederla, sono in contatto con i colleghi a bordo, ne seguo il percorso sui social: l’Amerigo Vespucci rappresenta una tappa fondamentale nella mia vita e nella mia professione.

Il giro del mondo è durato un anno. A bordo c’erano circa 450 persone. Io mi occupavo sia dalla parte infermieristica sia dalla parte della patologia clinica, perché ognuno di noi aveva una doppia specializzazione. L’Amerigo Vespucci è una una nave che non permette l’atterraggio per gli elicotteri, quindi, nelle lunghe traversate c’è bisogno di personale pronto a fronteggiare qualsiasi emergenza.

Nella traversata da Honolulu alla Polinesia, siamo stati 47 giorni nell’Oceano Pacifico: qui nessuno poteva raggiungerti prima di 10 ore. All’interno del veliero, ci sono una sala operatoria, uno studio radiologico e uno di patologia clinica. Mi è capitato di dover gestire con i colleghi un principio di appendicite e un piccolo intervento chirurgico, ma l’attività ordinaria era quotidianamente concentrata su traumi, interventi di sutura e ingessatura, visto che l’equipaggio era costantemente impegnato in attività manuali.

È un’esperienza bellissima ma difficilissima. Nel mio caso lasciavo i miei figli piccoli e in alcuni periodi di navigazione ho trascorso 40 giorni senza poter comunicare, nemmeno con il satellitare: ero in mezzo al mare e vivevo in un limbo.

Far parte dell’equipaggio del Vespucci, la nave più bella del mondo, rappresenta un privilegio enorme e ti rende fiero ogni giorno di quello che fai. Qui sono nate amicizie fraterne e legami indissolubili e ho vissuto esperienze che oggi caratterizzano il mio approccio alla professione. Mi porto dietro un senso del dovere profondo e la capacità di trovare sempre una soluzione, anche quando sei solo. Ho sviluppato una grande capacità di adattamento e di gestione del problema molto più proattiva con una formazione che mi ha permesso di affrontare i problemi quotidiani in maniera onesta e serena”.

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