Coina sul rinnovo CCNL: “530 euro lordi per 8 anni una presa in giro per gli Infermieri”

Proseguono le trattative per il rinnovo del già scaduto CCNL 2022-2024 per gli Infermieri e, nell’ultimo incontro, è stata avanzata dall’ARAN l’idea di aumenti complessivi da 530 euro lordi al mese grazie ai rinnovi contrattuali dal 2019 al 2027.

Il segretario nazionale del sindacato infermieristico COINA ritiene queste cifre una vera e propria presa in giro per il personale Infermieristico, ostetrico e dei tecnici di radiologia. In un comunicato ufficiale, Marco Ceccarelli, afferma: “Il nuovo contratto per infermieri, ostetriche, tecnici e tutto il personale del comparto sanità pubblica viene presentato come un traguardo storico. Ma basta fare due conti per capire che si tratta dell’ennesima promessa gonfiata a uso mediatico, e non della svolta di cui il nostro sistema ha disperatamente bisogno.

Suona bene ma si tratta di un aumento spalmato su otto anni, che corrisponde a una media di 66 euro lordi al mese per ciascun anno. E se si applica una tassazione media del 30-35%, come succede ai dipendenti pubblici, parliamo di circa 43-46 euro netti al mese. È questa la risposta che lo Stato intende dare a una delle categorie più sacrificate e dimenticate della Pubblica Amministrazione?

Chi lavora in sanità non chiede miracoli, ma rispetto, verità e coraggio politico. Ci troviamo ancora una volta a commentare cifre ridicole: indennità di pronto soccorso aumentate di 16 euro lordi, specificità infermieristica +3 euro, tutela del malato +1,45 euro. In cambio di turni massacranti, di ferie negate, di stress cronico, di strutture al collasso. È una beffa. Oltre tutto, fin ora non siamo stati nemmeno in grado di arrivare alla firma del contratto attuale, le cui risorse messe a disposizione sono davvero ridicole…

Abbiamo visto governi di tutti i colori ignorare il problema strutturale della sanità pubblica. Questo rinnovo, se imposto per decreto, sarà solo l’ennesimo cerotto su una ferita aperta. Chiediamo di più. Chiediamo che infermieri, ostetriche, tecnici e tutti i professionisti della sanità siano finalmente riconosciuti per il loro ruolo essenziale. Perché la sanità italiana non può continuare a reggersi sulle spalle stanche e sottopagate di chi ha giurato di prendersi cura degli altri”.

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.