Morsi, pugni e strattoni: l’aggressione violenta a due Infermieri

Continua, purtroppo, l’ondata di aggressioni ad infermieri e medici delle strutture pubbliche italiane.

Il fatto si è consumato nell’Unità operativa di Pediatria dell’ospedale Santa Chiara di Trento. Due infermieri sono stati vittime di una violenza inaudita da parte di una paziente ricoverata. La situazione è degenerata in pochi istanti con l’infermiere preso a pugni e morsi e la sua collega, accorsa in aiuto, strattonata con violenza, provocandole delle contusioni.

Soltanto l’intervento immediato dei Carabinieri e della vigilanza ha evitato il peggio. I due infermieri sono stati poi accompagnati in Pronto Soccorso, ricevendo le cure del caso e venendo refertati con diversi giorni.

Il commento della Direzione Aziendale: “Quanto accaduto è inaccettabile e rappresenta l’ennesima, grave offesa alla dignità e alla sicurezza di chi, ogni giorno, opera con professionalità e dedizione per garantire cure e assistenza alla cittadinanza. E’ disarmante constatare come la violenza negli ambienti di cura sia ormai un fenomeno sempre più frequente, che genera paura e insicurezza tra gli operatori sanitari.

Ribadiamo con forza che non può esserci alcuna tolleranza verso chi aggredisce chi lavora per il bene comune. Sono necessarie misure concrete e immediate per garantire ambienti di lavoro sicuri, anche attraverso un rafforzamento della vigilanza e l’applicazione piena delle normative contro le aggressioni al personale sanitario”.

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Roma, 17 nov. (askanews) - “Il Governo ci ascolti, non può ignorare piazze così partecipate da Nord a Sud come quelle degli infermieri di oggi. Lo sciopero di 24 ore indetto dal Nursind solo da stamattina ha già visto l’astensione dal lavoro di circa il 75% del personale interessato, al netto, naturalmente, di chi doveva garantire i servizi essenziali”. Lo dice in una nota Andrea Bottega, segretario nazionale del primo sindacato autonomo degli infermieri. “Con attività ambulatoriali e sale operatorie sospese, i cittadini, purtroppo, stanno subendo grandi disagi, ma il vero problema è che la situazione eccezionale di oggi diventerà a breve la normalità”, prosegue Bottega. “La nostra è una protesta sentita. Con un messaggio chiaro alle istituzioni: di questo passo il Servizio sanitario nazionale rischia di rimanere senza infermieri. Scenario che comporta un inevitabile scivolamento verso una privatizzazione dei servizi, i cui costi ricadranno, ancora una volta, sulle tasche delle persone. Una ragione in più – conclude il segretario – per non arrenderci. Se le nostre istanze non verranno accolte, infatti, la protesta andrà avanti. La posta in gioco, e cioè la sopravvivenza della sanità pubblica, è troppo alta”.