Un nuovo report del BLS – Bureau of Labor Statistics – mette in evidenza come gli infermieri siano tra i primi per numero di infortuni sul luogo di lavoro a livello mondiale.
Un dato allarmante e che è destinato, purtroppo, a salire nei prossimi anni a causa dell’aumento esponenziale delle aggressioni al personale sanitario e dell’incremento delle malattie professionali. I dati sono stati ulteriormente analizzati e commentati dal Presidente del Nursing Up, Antonio de Palma, in un comunicato stampa: “Secondo il BLS che disegna una statistica internazionale, l’incidenza degli infortuni sul lavoro tra gli infermieri è altissima, con una classifica delle principali cause di incidenti che evidenzia alcuni problemi ricorrenti in tutti i Paesi. Ecco i primi 10 infortuni più comuni che colpiscono gli infermieri nel mondo:
- Disturbi muscoloscheletrici (DMS) – Le patologie alla schiena e agli arti superiori sono tra i danni più frequenti, causati principalmente dal sollevamento e movimento dei pazienti.
- Aggressioni fisiche – Un fenomeno che sta aumentando a livello globale, con pazienti o familiari che aggrediscono il personale sanitario.
- Punture di aghi e ferite da taglio – Il rischio di esposizione a malattie infettive come HIV ed epatiti è costante.
- Lesioni alla schiena – Ripetuti sforzi nel sollevamento e trasferimento di pazienti provocano danni irreversibili alla colonna vertebrale.
- Scivolamenti, inciampi e cadute – L’ambiente ospedaliero spesso non è sicuro, portando a frequenti incidenti di questo tipo.
- Stress occupazionale e burnout – Carichi di lavoro insostenibili e turni estenuanti creano gravi problematiche psicologiche.
- Lesioni da sforzo eccessivo – Lavorare senza adeguate attrezzature per il sollevamento dei pazienti porta a traumi cronici.
- Esposizione a sostanze chimiche e biologiche – Il contatto con disinfettanti, farmaci oncologici e agenti patogeni aumenta i rischi di malattie professionali.
- Malattie infettive – Lavorare a stretto contatto con pazienti contagiosi espone gli infermieri a gravi rischi sanitari.
- Disturbi della pelle – L’uso continuo di guanti e detergenti aggressivi porta a dermatiti e altre affezioni cutanee.
Un dato preoccupante che emerge da queste statistiche è l’aumento delle aggressioni fisiche sul posto di lavoro. Circa un infortunio su dieci è causato da aggressioni da parte di pazienti o familiari. Questo fenomeno ha preso piede in modo globale, non solo in Stati Uniti, ma anche in Europa, compresa l’Italia. Conosciamo bene l’aggravarsi del fenomeno, con una media di 130mila violenze l’anno subite dagli infermieri. Le aggressioni sono tra le cause principali di infortuni e malattie professionali.
Anche in Italia, la situazione non è certo idilliaca. I più recenti dati dell’Inail (anno 2023) relativi agli infortuni e alle malattie professionali tra gli infermieri italiani rispecchiano una realtà allarmante simile a quella descritta dal BLS.
Nell’anno in questione gli infermieri italiani hanno denunciato oltre 55.000 infortuni sul lavoro, che costituiscono il 12% del totale degli incidenti denunciati nel settore Industria e Servizi. Come negli Stati Uniti, gli incidenti più frequenti riguardano disturbi muscoloscheletrici, in particolare quelli alla schiena, causati da movimentazione e sollevamento di pazienti. Anche gli infortuni da aggressione sono in aumento, con un 10% degli infortuni correlati a episodi di violenza fisica.
In Italia, però, una delle preoccupazioni maggiori è anche l’esposizione a sostanze chimiche e biologiche. I disinfettanti, i farmaci oncologici e il contatto con malattie infettive costituiscono un rischio costante per la salute degli infermieri, aumentando il rischio di malattie professionali a lungo termine. Un altro punto critico in Italia riguarda gli infortuni sul posto di lavoro che coinvolgono donne. Le statistiche mostrano che circa il 75% degli infortuni riguarda infermiere di sesso femminile, una percentuale che riflette la predominanza femminile nel settore sanitario.
Un appello alla politica
La sicurezza degli infermieri è un’emergenza mondiale. I dati del BLS e dell’Inail dimostrano che gli infermieri sono esposti ogni giorno a rischi enormi, tra infortuni fisici, stress psicologico e violenze sul posto di lavoro. È urgente che vengano adottate misure concrete per migliorare la sicurezza, come l’adozione di strumenti adeguati per la movimentazione dei pazienti, una maggiore formazione sulla sicurezza e, soprattutto, un aumento degli organici per alleggerire il carico di lavoro. La politica non può più ignorare questa realtà.
De Palma evidenzia anche la recente battaglia del sindacato in sede di trattative contrattuali, con la necessità di esonerare gli infermieri over 60 dai turni notturni e dalle pronte disponibilità, dato l’impatto che l’usura fisica ha sul personale sanitario, in particolare su chi ha trascorso decenni in prima linea.
La sicurezza degli infermieri è una questione mondiale che coinvolge ogni Paese. Le statistiche globali ci parlano di un settore in crisi, dove gli infermieri sono costantemente esposti a rischi fisici, psicologici e legati alla violenza. È fondamentale che vengano adottate misure più efficaci per garantire la loro sicurezza, non solo attraverso leggi più severe, ma anche con l’implementazione di strumenti adeguati, formazione continua e il potenziamento del personale.
Gli infermieri sono i pilastri su cui si fonda la sanità globale, e non possiamo più permettere che siano lasciati soli a fronteggiare rischi che mettono a repentaglio la loro salute e la qualità del servizio sanitario. La politica deve ascoltare la loro voce e agire con urgenza per un cambiamento”, conclude De Palma.