9 Infermieri su 10 subiscono molestie sessuali sul luogo di lavoro

12 mesi ago

9 Infermieri su 10 hanno subìto almeno una volta molestie sessuali sul luogo di lavoro. E’ quanto emerge da uno studio realizzato in Svizzera e che ha tenuto conto di un campione di 251 Infermieri, tirocinanti e studenti infermieri.

L’indagine è stata condotta presso l’Istituto di Infermieristica dell’Università sotto il Dipartimento della Salute.

La maggior parte degli infermieri partecipanti erano donne (88,5%) e lavoravano in cure acute per adulti (54,2%). L’età media era di 25,5 anni. In media, avevano lavorato nella professione infermieristica per 7 anni. Il 17,1% dei partecipanti aveva ricevuto una formazione sulle molestie sessuali. Complessivamente, il 95,6% dei partecipanti ha riferito di aver subito molestie sessuali di qualsiasi tipo almeno una volta negli ultimi 12 mesi. Il tipo più comune di molestia era la molestia sessuale verbale. In particolare, le molestie sessuali erano statisticamente significativamente più frequenti quanto più giovani erano gli infermieri.

Da ciò si può concludere che le molestie sessuali dei pazienti nei confronti degli infermieri partecipanti e degli studenti infermieri sono molto comuni. L’elevata prevalenza di molestie sessuali e il basso numero di infermieri che hanno ricevuto una formazione sulle molestie sessuali dimostrano la necessità di iniziative per affrontare questo fenomeno nell’istruzione di base degli infermieri. Inoltre, sono necessari interventi basati sull’evidenza contro le molestie sessuali nella professione infermieristica.

In Italia, invece, è stato effettuato un’indagine dall’Università Tor Vergata di Roma e, tra le varie violenze subite, il 77,8% del campione ha subito molestie verbali a carattere sessuale e il 34% violenza fisica a sfondo sessuale (palpatine, ad esempio).

Antonio de Palma (Nursing UP), ha dichiarato a tal proposito: “Cosa stanno diventando gli ospedali? Da luogo di cura e tutela per la salute della collettività, da strutture dove i professionisti dovrebbero essere messi nella condizione di esprimere, al massimo, le proprie competenze, al servizio dei cittadini, nell’ambito di Paesi civili che fanno della “buona sanità” lo specchio fedele del proprio percorso di crescita, rischiamo di trovarci di fronte, oltre alla disorganizzazione, ai turni massacranti, alla voragine di personale, anche a veri e propri “teatri del terrore”. Il nostro Ministero degli Interni, che tra gennaio e marzo ha apertamente dato impulso al rafforzamento dei presidi delle forze dell’ordine, ricordi bene che le nostre infermiere, le nostre ostetriche e tutte le altre operatrici sanitarie, rappresentano un patrimonio da tutelare e proteggere. Sono madri, sono mogli, sono sorelle, prima ancora che professioniste esemplari che sanno prendersi cura dei pazienti e dei soggetti fragili, unendo competenze e qualità umane. Bisogna per tanto difenderle senza indugio, proteggerle fino in fondo, individuando strumenti idonei per arginare sul nascere questi aberranti fenomeni“.

A questo link trovate la ricerca scientifica realizzata in Svizzera: Ricerca Scientifica integrale

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