“Mai più nel caos nelle RSA”: ecco le misure da adottare

Riorganizzare le strutture residenziali per anziani, ovvero le realtà più colpite dal Coronavirus per tipologia dei pazienti ospitati, gran parte dei quali non autosufficienti.

Con questo obiettivo, l’Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Udine, nella persona del presidente Stefano Giglio, ha indirizzato una missiva urgente all’assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, per proporre un nuovo assetto organizzativo delle RSA, limitando la gestione esternalizzata del personale e introducendo la figura del direttore sociosanitario e del Coordinatore infermieristico.

“L’esperienza vissuta in questi mesi a causa della pandemia da COVID-19 ha messo a dura prova le organizzazioni del sistema case di riposo della nostra regione – scrive Giglio -. Tra i problemi più evidenti si osserva come la difficoltà nel reclutamento di personale (soprattutto infermieristico), unita alla parziale o totale assenza di una figura di coordinamento, ha contribuito nella difficile gestione degli eventi legati al Coronavirus”.

A fronte di questa situazione, l’OPI di Udine ritiene opportuno avanzare un nuovo modello organizzativo per le strutture socio sanitarie, che potrebbe diventare un modello di riferimento anche per le altre Regioni italiane, basandosi su un paradigma che fa della medicina di iniziativa la chiave di volta di tutti i processi.

Ecco, in sintesi, le misure auspicate dall’Ordine degli Infermieri:

  1. Introduzione della figura del Direttore Socio Sanitario
  2. Introduzione del Coordinatore infermieristico in ogni struttura
  3. Adeguamento degli organici presenti e riduzione del turn-over di personale
  4. Introduzione della figura del MMG all’interno delle strutture in modo stabile.

Come immediata ricaduta di queste azioni, si prevede un migliore utilizzo delle risorse conseguente alla riduzione delle chiamate al NUE 112/emergenza; un calo degli eventi avversi legati all’assistenza; e inoltre, migliorando la struttura organizzativa interna, si ridurrebbero anche i rischi legati ai possibili maltrattamenti subiti dagli ospiti delle strutture.

Per l’OPI di Udine appare necessario prevedere che anche le strutture non in capo al Sistema sanitario regionale (privato puro) adottino protocolli operativi simili a quelli in atto nella gestione pubblica, al fine di garantire gli stessi standard di qualità nella presa in carico dei problemi di salute; al fine di uniformare le modalità operative e garantire allo stesso tempo i medesimi esiti per l’utente.

Tratto dal sito istituzionale FNOPI

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